Serie A, il Covid spazza via l’abbonamento. Le prime stime di perdita

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Photo Marco Alpozzi/LaPresse

Cambiano le vecchie maniere. Chi da sempre era abituato a frequentare gli stadi di Serie A e risparmiare qualche centinaia di euro acquistando un abbonamento quest’anno, per ora, non lo potrà fare. Un’abitudine spazzata via dal Covid-19 e dalle nuove restrizioni imposte alle società che, giustamente, rispettano in quanto rivogliono i loro tifosi presenti. Non oltre al 50% di capienza. Stando all’ultimo decreto varato, il pubblico dovrà occupare i posti “a scacchiera” e essere muniti di Green Pass. Tutti i club si stanno adoperando per permettere ai propri sostenitori di acquistare il tagliando d’accesso ma non stanno mancando problematiche, legate a protocolli online complessi e lentissimi. Ma fino a quando non si arriverà alla capienza del 100% le campagne abbonamenti sono sospese. I club metteranno in vendita i biglietti singolarmente, prima di ogni match. Solo il Cagliari ha varato una specie di mini abbonamento di 5 partite.

Serie A, le prime stime

Secondo quanto riportato dal “Corriere dello Sport” le prime due giornate di campionato con le nuove restrizioni causeranno nelle casse dei club una perdita di 10 milioni di euro. Stando alle stime ipotizzate si potrebbe arrivare anche a 20 nella metà di settembre se non si passerà dal 50% di capienza al 75%. Ovviamente questa concessione da parte del Governo e della Figc è stata come una boccata d’ossigeno per le società ma, come sempre, c’è sempre chi ci guadagnerà di più. I club con gli stadi più grandi. Le due big di Milano dominano da anni la classifica del numero di spettatori ma entrambi attualmente dovranno fermarsi alla vendita di 38 mila ticket. La Juventus perderà circa 18 mila spettatori, 22,5 milioni di euro in meno rispetto a quando le tribune erano piene.