Serie A – La quinta è sopravvivenza

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il calcio va avanti, oramai l’abbiamo capito. Nonostante gli slogan contraddittori del ministro dello sport, dell’esponenziale aumento dei contagi che spaventa sempre più e dei “coprifuoco” che vengono fuori come funghi in molte città italiane, al pallone è permesso di vivere in un universo parallelo.

Guardare una partita è sempre più vivere ed essere partecipi di un’utopia, essere spettatori di un mondo che non c’è più, che era e che ci è permesso abitare per poco più di novanta minuti. Nasce da qui la quinta giornata di Serie A, dalla sopravvivenza di un sistema rispetto a tutto il resto.

L’ANTICIPO DEL VENERDI’

Sopravvivenza che passa dall’anticipo del venerdì: Sassuolo-Torino. Una gara tra due squadre all’opposto. Da una parte il Sassuolo, il microcosmo della gioia, il parco divertimenti emiliano dove entri “normale” ed esci felice, dall’altra il Torino, un colpo al cuore, una nobile finita a dormire in strada.

I granata non subivano tre sconfitte consecutive nelle prime tre dal 2002/2003, l’anno della retrocessione. Tre sconfitte che immaginiamo, questa volta, non possano significare lo stesso ma, se dovessero diventare quattro, vedrebbero, gioco forza, Giampaolo sull’uscio della porta. Sarà interessante la sfida nella sfida, quella tra il Gallo e l’attaccante proletario Ciccio Caputo, in ballo c’è l’attacco della Nazionale e per Belotti anche la responsabilità di continuare ad essere ciò che è: l’ultimo baluardo granata. Per il resto vedremo la flebile organizzazione granata quanto e come riuscirà a reggere quella oleata neroverde.

LE PROTAGONISTE DEL SABATO SARANNO 3/4 DELLE PROTAGONISTE DI CHAMPIONS: ATALANTA, INTER E LAZIO 

I bergamaschi ospiteranno la Sampdoria e ci diranno se la caduta, fragorosa, di Napoli è stata solo un’incidente di percorso o un campanello d’allarme. Un allarme derubricato, almeno per gli addetti, dopo la goleada europea in terra danese. Mantenendo il massimo rispetto per il Midtjylland, sappiamo che la Sampdoria è molto di più e sembrava molto meno. Il mercato e il sapiente lavoro di Ranieri hanno reso i blucerchiati una squadra quadrata. È lecito aspettarsi non troppi spazi per i padroni di casa e una partita matura degli ospiti. Dal suo canto Gasperini, forte di una cifra tecnica maggiore, chiederà un aggressione feroce per cancellare i fantasmi e proiettarsi in fiducia alla sfida con l’Ajax, dovesse ottenerla non avremmo dubbi sul risultato finale.

Un test è quello che attende gli “altri” nerazzurri a Genova, dove l’Inter affronterà l’undici di Maran. Un test perché Maran è tra i pochi tecnici rimasti in circolazione a barattare la propria filosofia di gioco per adattarsi, di volta in volta, agli avversari. Il Genoa viene da settimane difficili e mancherà ancora di qualche effettivo, eppure tale condizioni sembrano compattare gli uomini, rendere i gruppi uniti per affrontare la massima difficoltà comune. Ed è proprio la compattezza che deve spaventare l’Inter, lo ha fatto in Europa e difronte c’era una squadra modesta.

Il più grande limite dei nerazzurri è lo spartito sempre uguale a se stesso, uno spartito che non permette deroghe, canti fuori dal coro. L’impressione è che Conte abbia azzerato le libertà ai suoi e questo in campo si paga con mancanza di imprevedibilità. In tali circostanze torna utile il talento di Eriksen, giocatore differente. In tali circostanze, a dispetto dei padroni di casa, l’Inter resta comunque favorita.

Favorita come la Lazio che se le vedrà con il Bologna. Anche se dare per favoriti i biancocelesti è diventato un azzardo. Un azzardo è ciò che sono le aquile, Dottor Jekyll e Mister Hyde. Capaci di subire un’imbarcata dalla Samp e poi restituirla ai tedeschi del Borussia. La verità è che parliamo di un undici “umorale” che trova la sua naturale rappresentazione nel Ciro Immobile nazionale, croce e delizia. Inzaghi ha ritrovato le fasce e Luis Felipe, sa che può volare a partire dall’incisività degli esterni e dalla loro capacità di trovare il bomber in profondità. Degli ospiti, il Bologna, dicevamo possono perdere con chiunque e vincere solo con pochi. A meno di una palese riaffermazione di bipolarità dei padroni di casa, non sarà questo il caso della superiorità sui pochi.

LE FALSE AMICHE

Domenica avremo almeno due partite “false amiche”, saranno Cagliari-Crotone e Parma-Spezia. Questo perché lo spessore delle padrone di casa inganna, e quello delle piccole ospiti non ispira.

Eppure per Di Francesco il Crotone sarà un grosso banco di prova. La stagione dei sardi è partita in salita, ma è arrivata la prima vittoria nell’ultima giornata. Di fronte, però, adesso ci sarà un avversario scomodo. Stroppa proprio contro la Juve ha dimostrato di avere coraggio. I calabresi alternano con parsimonia le due fasi di gioco, difendono ma non rinunciano ad attaccare con tanti uomini quando se ne presenta l’occasione, dovessero recuperare anche Riviere e Benali acquisterebbero tecnica per concretizzare le azioni. Il Cagliari con le buone o le cattive deve avere un solo obiettivo: i tre punti.
I punti sono come gettoni che ti permettono di acquisire tempo, da quelle parti è ciò che serve.

Tempo che serve anche a Liverani, che fatica a trovare il guado tra la sua filosofia e quella che sembra più propria alla sua squadra. È ricerca che distrae, perché nel frattempo sono arrivate tre sconfitte in quattro gare. Va dato merito al tecnico ex-Lecce di aver mostrato grande intelligenza e duttilità, gli va anche riconosciuto di aver perso pezzi causa Covid. Ma se il campionato continua ad andare avanti, bisogna sottostare alle sue leggi. Leggi che ti impongono di vincere o soccombere, lo faranno anche questa domenica. Potremmo vedere dal primo minuto Cyprien, avrà il compito di innescare Karamoh e Gervinho meglio di quanto fatto sinora dagli altri. Lo Spezia ripeterà il copione messo in scena ad Udine, fruttò una vittoria.

IL DERBY CAMPANO 

Sempre alle 15 il derby campano: Benevento-Napoli. Avremo di fronte la peggior difesa di A (12 gol subiti in 4 partite) e il terzo migliore attacco (12 gol segnati ma in 3 partite). La bestemmia sarebbe aspettarsi delle reti inviolate. Inzaghi ha una visione del calcio che abbiamo imparato a conoscere. Il motto dei sanniti è “o povero marinaio o ricco pescatore”, hanno un gioco senza mezze misure e nessuno può imputargli niente. Perché chi si aspettava sei punti su dodici a disposizione?

Di certo sarà un modo di pensare rischioso da praticare contro il Napoli, la squadra di Gattuso gode degli spazi. Lo spazio sta agli azzurri come il rosso sta ai tori. Non a caso l’unica figuraccia stagionale si è consumata in Europa, quando l’AZ ha deciso di non concedere niente, di non assecondare la corrida. Vedremo se SuperPippo trarrà insegnamenti o tirerà dritto per la sua strada.

Strada che la Fiorentina dovrà riprendere a camminare in qualche modo. Il ruolino dei Viola non si addice alla qualità del gruppo e nemmeno a quella espressa a tratti. La rimonta subita a La Spezia è pesata molto più di una sconfitta, perché ha dato la sensazione di spreco. Contro l’Udinese in ballo c’è molto più di tre punti, c’è il destino di una stagione, la risposta a cosa vorrà essere il club di Commisso da grande.

LA CHIUSURA DELLE BIG

A chiudere la domenica la Juventus che ospiterà il Verona. Un Verona che pensavamo non potesse essere in alcun modo quello visto la scorsa stagione, tanti erano stati gli uomini strappati a Juric. Eppure il tecnico è riuscito a mantenere i suoi nella dimensione nella quale li ha proiettati da un anno a questa parte. I gialloblù sono settimi e gagliardi come li ricordavamo, se riusciranno ad esserlo per l’intero campionato non è dato sapersi, ma lo saranno a Torino.

Per tutto ciò sarà per la Juve una prova importante. Abbiamo spesso parlato di una squadra in costruzione, gli stessi risultati ci hanno restituito sensazioni altalenanti intorno agli uomini di Pirlo. Però in Europa, a Kiev, su un campo non facile, è arrivata la prima prestazione solida, la prima prova equilibrata, abbiamo visto un undici capace di attaccare senza prestare il fianco. Contro gli scaligeri l’asticella si alzerà di un po’, perché servirà più corsa, forse più attenzione. Siamo curiosi di assisterne alla reazione.

Reazione che la Roma ha avuto in Europa League, dove è riuscita a ribaltare lo Young Boys. Reazione che ha continuato ad alimentare la fiamma giallorossa. Era un fuoco, quello della Lupa, che stentava ad accendersi per mancanza di entusiasmo. La scintilla è scoccata tutto di un tratto e adesso bisogna aumentare la considerazione intorno alla squadra di Fonseca, soprattutto per le sue capacità offensive.

Sarà Pioli a chiedere concentrazione ai suoi nel posticipo della quinta. Il Milan viene da ventuno risultati utili consecutivi, è primo in classifica, registra numeri che non si vedevano da quelle parti da decenni, ma dovrà rispettare gli avversari. È quello che ci aspettiamo dalla partita: rispetto ma, da ambedue le parti, gran voglia di vincere, perché Milan-Roma è Milan-Roma, non una partita come le altre.