Serie A, Sabatini: “Napoli e Roma saranno le sorprese. Zhang non sono tifosi”

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Walter Sabatini, oggi al Bologna, è uno dei dirigenti più esperti e abili nel panorama calcistico italiano. È intervenuto oggi, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, per fare una panoramica della Serie A, ai nastri di partenza. Prima di tutto, non poteva mancare un commento sulla squadra felsinea: “Voglio essere testimone della resurrezione, dobbiamo entrare nel lato sinistro della classifica. Vediamo quanti punti facciamo e come li facciamo. Se andrà bene, resterò. Sennò, a casa. Mihajlovic è un grande tecnico. Glielo ripeto sempre: “Tu non sei un allenatore, tu sei l’allenatore””.

Sull’esperienza all’Inter, a stretto contatto con la famiglia Zhang: “L’Inter mi ha trattato benissimo, in Cina ero spesso ospite a casa della famiglia Zhang e ho commesso un peccato mortale nell’andar via. Non si lascia l’Inter, continuo a pentirmi di averlo fatto. Però qualche scricchiolio si avvertiva e non vedevo l’entusiasmo giusto. Non dico che un proprietario debba essere fanatico, ma un po’ tifoso sì. Hakimi e Lukaku non si sostituiscono con facilità, ma noto che Simone Inzaghi detta delle linee di gioco nuove e affascinanti, e penso che faranno bene“.

Il retroscena con Allegri: “In un’altra epoca cercai di portare Allegri alla Roma. Lui sa che è in debito con me, perché si prese un impegno, poi disatteso. Questo non mi impedisce di scegliere Allegri perché è un pragmatico. Le squadre devono fare i punti, le sconfitte dilaniano, rovinano, avvelenano. Nessun calcio spettacolare, per quanto bello, può permettersi di essere perdente. Dico sì ad Allegri e alla sua concretezza“.

Sulle squadre che possono fare bene quest’anno: “Per me Spalletti è un genio del calcio e sono curioso di vedere che cosa farà al Napoli. Già si scorge l’embrione di un grande progetto. Il calcio di Spalletti ha un bel respiro, crea tante linee di passaggio, esalta gli attaccanti. Penso che Osimhen possa diventare immarcabile. La storia con Totti ha oscurato il gran lavoro di Luciano in giallorosso. Un anno (nel 2016-17, ndr) la sua Roma raggiunse gli 87 punti e a 87 spesso si vince lo scudetto (lo vinse la Juve di Allegri con 91, ndr). Lo scontro con Totti è stato umiliante per tutti, per Totti stesso. Troppi equivoci, non mi va di parlarne. Il Napoli di Spalletti e la Roma di Mou saranno le sorprese del campionato. Anche Mou è pragmatico e determinato. Il giovane più forte? Zaniolo ha tutto: tecnica e forza. Se non lavorassi al Bologna, aggiungerei Musa Barrow