Serie A, una poltrona per tre: Napoli, Milan e Inter per il titolo

Napoli, Milan, Inter

(Photo by Francesco Pecoraro, Onefootball.com)

Serie A, una poltrona per tre: Napoli, Milan e Inter per il titolo – L’appena conclusa 14° giornata di campionato non ha portato a grossi stravolgimenti in termini di classifica pura, ma ha dato qualche indicazione su cosa ci si potrebbe aspettare da qui fino alla fine dell’anno, quando la Serie A si fermerà per la sosta natalizia.

Prima considerazione: dopo settimane a braccetto, abbiamo una capolista solitaria. Il micidiale Napoli che ieri sera nel posticipo ha schiantato 4-0 la Lazio al Maradona è in vetta da solo. 35 punti per la squadra di Luciano Spalletti, 11 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta. +3 sul Milan secondo, e +4 sull’Inter.

La netta affermazione contro i biancocelesti è stata la migliore risposta al KO di San Siro contro i nerazzurri di domenica scorsa, oltre a a una reazione all’infortunio di Osimhen, che ha un po’ scosso l’ambiente partenopeo in settimana.

Non c’era lui, e il Napoli ha ritrovato il suo “Ciro” Mertens, che dopo la perla (inutile per la squadra) di Milano, piazza una doppietta alla Lazio con due gol di classe sopraffina. Il Napoli come solidità difensiva, qualità del gioco ed efficacia in attacco c’è assolutamente e ormai non è più una sorpresa.

La notizia della domenica appena finita è ovviamente il KO casalingo del Milan, che cade a San Siro 1-3 contro il Sassuolo. I rossoneri rimangono secondi a 32 punti, ma perdono contatto col Napoli che attua una mini fuga e soprattutto sono ora braccati dall’Inter, che si è fatta sotto a -1.

Forse è questa la considerazione. Dopo un Derby pareggiato in data 7/11 e che in termini di classifica sorrideva ai rossoneri che avevano mantenuto un +7 sui nerazzurri, la squadra di Pioli ha dilapidato 6 punti in due giornate nei confronti dei cugini.

Seconda sconfitta di fila in campionato dopo il KO di Firenze con in mezzo la grande gioia in Champions contro l’Atletico Madrid, ma l’1-3 di ieri sera potrebbe aver  minato qualche certezza nel Milan.

Momentaneo vantaggio firmato Romagnoli, forse il Milan è stato però sorpreso dalla coerenza di gioco e di carattere dei neroverdi, che in 7 minuti hanno ribaltato i padroni di casa con Scamacca e un’autorete di Kjaer ma sempre provocata dall’attaccante di Dionisi.

Un 1-2 a cui il Milan non ha saputo reagire a livello caratteriale e a cui è mancato più di qualche elemento, a parte i sempre elettrici Hernandez e Leao, per quanto discontinui nel match di ieri.

La ripresa è stata confusionaria, come non lo è stato il Sassuolo, che ha poi inferito con Berardi trovando il tris e costringendo i rossoneri a chiudere in 10 per il rosso a Romangnoli.

In termini di classifica, di valore di squadra e di modernità di gioco, il Milan può lottare per il titolo ma due sconfitte di fila fanno suonare qualche campanello d’allarme, e una riflessione sul valore di qualche riserva dei titolari.

Concludiamo con il “terzo incomodo”. Sì perché non possiamo scordarci dei Campioni d’Italia, rientrati a tutti gli effetti nella corsa. L‘Inter ha svoltato, la vittoria con il Napoli nello scorso turno è servita non solo in termini di classifica (accorciando a-4), ma anche di consapevolezza. In settimana la qualificazione agli ottavi di Champions e sabato la vittoria meritata sul campo del Venezia. Nerazzurri ora terzi a 31 punti, che hanno recuperato 6 punti al Milan in due settimane e sono appunto a-4 dalla vetta del Napoli.

Gli addii estivi di Conte, Hakimi e Lukaku e aggiungiamo per questioni non legate al mercato ma molto più serie l’assenza di Eriksen, avevano buttato nello sconforto l’ambiente, che si pensava in rampa di lancio dopo lo Scudetto della scorsa stagione.

In verità arrivati quasi al giro di boa del campionato, i Campioni in carica ci sono ancora e sono assolutamente considerabili come contender al titolo. C’è stato qualche passo falso (pari con la Sampdoria e Atalanta) e big match buttati via (Derby, Juventus e KO con la Lazio) ma alla fine i nerazzurri si trovano lì, grazie a una forte identità tattica e di gioco, a una buona solidità difensiva e alla mentalità dovuta dall’essere i detentori.

Rispetto alla scorsa stagione, l’Inter non è più la più forte per distacco, le cessioni qualcosa hanno ovviamente tolto. Ma la rosa complessiva non è da meno di quelle di Milan e Napoli e il lavoro di Inzaghi sulla fluidità di un gioco molto più offensivo rispetto al biennio Contiano, potrebbe dare ancora frutti maggiori.