Da Altafini-Zoff a Higuain-Sarri: i ‘cuori ingrati’ passati in bianconero

Juventus-Napoli

(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Si avvicina l’attesissima finale di Supercoppa Italiana tra Juventus e Napoli. Quando i bianconeri affrontano gli azzurri, non è mai solo una partita di pallone. Men che meno quest’anno, con il confronto accesso dalla polemica del match rinviato in campionato. E riemergono le storiche sfide, gli storici simboli delle compagini: da Platini a Maradona, da Cabrini a Ferrara, da Boniperti a Ferlaino. L’industriale Nord contro il caloroso Sud. Il potente contro il proletario. Juventus-Napoli è l’immagine di una disputa sociale, solo affievolita, mai spenta. Ed è da una contesa così emblematica e ‘tesa’ che, bianconeri contro azzurri, è oltremodo la narrativa di chi ha “tradito” la causa, per passare dalla parte dei potenti. la cosiddetta figura del core ‘ngrato, che dalla combattiva e guerriera Napoli passa all’aristocratica e lussuosa Torino.

José Altafini e Dino Zoff i ‘pionieri’ del passaggio Napoli-Juventus

Dino Zoff è stato cinque anni al Napoli, dal 1967 al 1972. Poi il portiere passò alla Juventus dove divenne leggenda. Il suo passaggio in bianconero, tuttavia, non creò particolari malumori. Forse, perché, nella stessa sessione di calciomercato, un altro simbolo azzurro stava per passare dagli “odiati rivali”, vale a dire José Altafini. 7 anni nella città di Pulcinella, onorati con 71 gol in 180 presenze. Poi la prima storica ferita nel cuore partenopeo, quel trasferimento alla Juventus e quel gol nella stagione 1974/75, proprio contro gli azzurri che, di fatto, consegna lo scudetto ai bianconeri a due minuti dalla fine. Nella celebre Galleria Umberto I, la scritta ‘Altafini core ‘grato’ diventa quasi un segno della storia. Il Mattino titola: “José pugnala il Napoli”.

Da Ciro Ferrara ad Higuain, passando per Quagliarella

Trascorrono 22 anni dal ‘tradimento’ di Altafini. Napoli si prepara ad un altro terremoto. Stavolta, oltre ad essere una bandiera della squadra, si tratta di un napoletano d.o.c. Si tratta di Ciro Ferrara. Bandiera, napoletano, capitano del Napoli. Il suo addio nel 1994 fu una pugnalata al cuore dell’animo partenopeo. Dopo Ferrara tocca a Fabio Quagliarella nell’estate del 2010. Il centravanti di Castellammare di Stabia viene bersagliato dai tifosi ma, negli anni a seguire, si scoprì la triste vicenda del poliziotto stalker che lo perseguitava e, la stessa Napoli, ha ‘perdonato’ il passaggio ai bianconeri. Infine arriva lui, il più recente, il più cocente nell’era moderna dei partenopei: Gonzalo Higuain. Simbolo di un Napoli che, dopo un ventennio, è stato vicino a riconquistare il tricolore. Record di 36 gol in una stagione, punta di diamante del Napoli di Benitez prima, Sarri poi. Nel 2016 la Juventus paga la sua clausola rescissoria da circa 90 milioni di euro. Higuain passa da eroe a “nemico numero 1”. Il suo ritorno al San Paolo è una passerella di fischi ed insulti. Higuain, per accendere ancor più la sua aura da core ‘ngrato, segna ben sei volte contro gli azzurri.

La vicenda di Maurizio Sarri dal Napoli alla Juventus

Ci sono altri ‘tradimenti’, di natura secondaria, poiché non direttamente passati da Napoli a Juventus. Si parla ad esempio di Fabio Cannavaro e Daniel Fonseca. Tuttavia, tra questi vi è un caso che ha ferito quanto i sopracitati trasferimenti della discordia. Si tratta del tecnico Maurizio Sarri, divenuto tecnico dei bianconeri nella scorsa stagione. Sarri, dopo aver lasciato Napoli, è passato dal Chelsea ma, il suo approdo a Torino ha fatto infuriare i tifosi quanto quello di Higuain. Maurizio Sarri, senz’altro, ha pagato il profilo da lui stesso assunto durante il suo triennio azzurro (2015-2018, ndr). Il tecnico si distinse per dichiarazioni sui generis dove, spesso e volentieri, parlava della Juve come del ‘Palazzo del potere’. Oppure, in merito ad una polemica arbitrale, disse: “Forse per esser più fortunati con gli arbitri, dovremmo avere la maglietta con le righe…”. Questa e tante esternazioni di sfida che, al momento della firma con i bianconeri, hanno infiammato la piazza campana. Perché si sa, Napoli è principalmente cuore. ‘Ngrato o no. Juventus-Napoli, dunque, è una sfida che assume contorni ancor più rusticani.