Superlega, la lettera che preannuncia un ‘secondo round’

Superlega

(Photo by Denis Doyle/Getty Images)

Non è finita la vicenda Superlega. A riproporre l’anteprima di quello che può essere un nuovo capitolo, ci pensa Marca. Stando a quanto riferito dalla nota testata spagnola – e analizzato meticolosamente da Calcio E Finanzaè stata diffusa una lettera che evince quelli che saranno i connotati del nuovo tentativo di ripresentare il tanto discusso progetto. Dopo il tentativo naufragato ad aprile 2021, nei prossimi mesi si potrebbe assistere ad un altro scontro con la Uefa. Ecco i tratti più significativi della missiva – intitolata: “Ripensare il futuro del calcio nell’Unione europea” – che, oltre a presentare i dettagli del progetto, attacca velatamente la Uefa e il Psg.

“Il progetto annunciato da 12 club ad aprile è stato manifestamente frainteso. L’attuale Champions League, diretta e gestita dalla UEFA, il sedicente regolatore delle competizioni calcistiche in Europa, non è cambiata in quasi 30 anni ed è diventata rigida e noiosa. Il progetto Superlega è il riconoscimento di un sistema che si è rotto. La UEFA è il governo autocostituito del calcio nell’Unione europea, mentre è un’associazione privata svizzera governata dal diritto svizzero e soggetta al TAS in materia sportiva. La UEFA ha stretti legami con alcuni proprietari di club che provengono da Stati non membri che sono sponsor di determinate competizioni e club, nonché acquirenti dei diritti audiovisivi per i tornei gestiti dalla UEFA e che fanno parte del loro comitato durante la stagione. La European Club Association non ha alcun processo elettorale trasparente”.

Infine, vengono messi in luce i 10 punti cardine della Superlega:

  • La Superlega non è una proposta che romperà l’ordine stabilito o abbandonerà i campionati nazionali;
  • Eliminano il concetto di “membri permanenti”;
  • La Superlega è il riconoscimento di un sistema che si è rotto;
  • I ruoli della UEFA creano conflitti strutturali;
  • Stretti legami con alcuni proprietari di club in Stati che non sono membri;
  • Mancanza di partite di alto livello;
  • Controllo economico-finanziario inadeguato;
  • Mancanza di trasparenza in materia contabile e di solidarietà;
  • L’Unione europea sta perdendo il controllo sul calcio;
  • I club delle grandi città situati in stati più piccoli non possono competere nell’attuale modello UEFA.