Torino, prime parole di Juric: “Adesso un obiettivo non c’è”

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Oggi, allo Stadio Grande Torino, è stato presentato ufficialmente Ivan Juric, il nuovo tecnico dei granata. L’ex calciatore croato ha firmato lo scorso 28 maggio ed oggi ha pronunciato le sue prime parole da allenatore del Torino.

Juric ha parlato delle sensazioni che lo hanno spinto ad accettare questa nuova e difficile sfida e degli obiettivi da raggiungere. Inevitabile qualche parola spesa sulla squadra, nonché sull’uomo simbolo dei granata: Belotti.

“Quando fai due anni come il Toro, vuol dire che ci sono problemi vari. Devi partire da questo, non devi illudere: si parte per migliorare e portare un calcio propositivo e aggressivo, facendo passi in avanti. Adesso dire un obiettivo non ci sta. C’era sensazione di capirsi e avere idee simili. E’ una rosa da 10-12 giocatori da 96 in su, che possono fare meglio. La rosa migliorerà, Vagnati cercherà giocatori con queste caratteristiche per lavorare al meglio. Vedo prospettiva, è uno stimolo per far crescere la società e migliorarsi. Sicuro che il presidente sarà presente, qui possiamo creare qualcosa: è ciò che mi ha spinto ad accettare”.

Sulla squadra: “Voglio capire quali fossero le problematiche, so che in questo gruppo c’è gente valida e altri li devo valutare. Voglio creare lo spirito giusto, il ritiro servirà a questo. Ho già idee, posso dire Bremer, Buongiorno, Sanabria e Mandragora. C’è chi può fare meglio e chi deve liberarsi, dobbiamo portare freschezza e valori nuovi. Questi saranno i miei leader, c’è gente giusta“.

Su Belotti: “E’ un top player, anche per il suo modo di fare calcio. L’ho detto al Gallo, quello degli ultimi sei mesi non mi è piaciuta. Valuterà lui, sceglierà lui se è il momento di cambiare o se mi viene a dire che è il mio capitano e viene a fare la battaglia con me. Ho notato un po’ di saturazione e non di grande allegria, ci sta nel calcio. Questo è da valutare noi, vogliamo prendere una strada e non c’è posto per gente non contenta. Nell’ultimo anno non è stato il solito Gallo, non so perché: cosa è cambiato da arrivare in Europa a lottare per la salvezza?”