La prima domanda che mi pongo è che tipo di caratteristiche devono avere i collaboratori del mio staff per aiutarmi in maniera efficace e funzionale. Perché ciò possa avvenire, devo avvalermi di collaboratori che possano darmi un contributo di idee, coraggio e anticonformismo. Prima che bravi è importante che siano affidabili, perché in una squadra di serie A ci si trova a dover gestire parecchie informazioni sensibili. Una volta composto un gruppo di persone massimamente affidabili, allora si può dire che c’è una base di partenza importante per poter gestire un altro gruppo di persone (i giocatori).
Il pubblico vede solo la punta dell’iceberg del nostro lavoro. Se si vuole ottenere successo bisogna necessariamente mettere a frutto tutti i momenti costituiti da errori e fallimenti che compongono la parte “non emersa”.
Alcune decisioni possono essere prese con la riflessione, altre invece vanno prese d’istinto nel momento in cui succede qualche cosa. Le persone non si valutano quando le cose vanno bene, per questo penso che i momenti di tempesta siano indispensabili: è solo a quel punto che ci si rende conto che tipo di persone ci circondano. 
Istruzione ed educazione spesso sono due termini confusi tra loro, ma presentano delle differenze. Istruire indica un trasferimento del sapere, educazione significa invece trasmettere dei valori. Si comincia sempre con una base educativa, per poi aumentare sempre di più la componente dell’istruzione. In serie A, che è il massimo livello, la parte educativa è altrettanto importante: avere dei valori in comune serve ad affrontare insieme tutti i momenti, da quelli più positivi a quelli di tempesta”.