Valencia, Piccini: “Un calvario lungo due anni, ora sto bene”

(Photo by JOSE JORDAN/AFP via Getty Images)

Cristiano Piccini, laterale del Valencia, ha rilasciato una lunga intervista al giornale spagnolo As, nella quale ripercorre il lungo calvario di questi ultimi anni. Il classe 1992 è stato vittima di una serie di pesanti infortuni, talmente gravi da rischiare addirittura la fine della carriera sportiva. Una serie di maledizioni iniziata nell’agosto del 2019 con l’infortunio alla rotula del ginocchio destro che, di fatto, compromette la stagione.

L’infortunio è arrivato all’apice della mia carriera, avevo appena vinto la Coppa del Rey con il Valencia e avevo un posto importante in squadra e con la Nazionale. Inizialmente non mi hanno comunicato la gravità dell’infortunio, pensavo di cavarmela in pochi mesi come dopo il crociato ai tempi del Betis. Il medico che mi ha curato mi ha riferito di non aver mai visto un infortunio del genere ai danni di un calciatore. È stata una guerra lunga due anni, tra acciacchi e ricadute, con il ginocchio che si gonfiava spesso. Oggi sto finalmente bene e non ho più problemi al ginocchio da mesi“.

L’intervista prosegue con l’esperienza di Piccini in prestito dal Valencia all’Atalanta nella stagione 2020.

È stato un errore da parte mia. Mi voleva Gasperini dopo che ero stato fermo per tutto l’anno, ma gli esami a cui mi sono sottoposto a Bergamo avevano evidenziato dei problemi. Dopo un mese di adattamento ho firmato il contratto e dopo tre giorni ho iniziato già con le doppie sedute in allenamento, ma il ginocchio iniziava a gonfiarsi. È stato un incubo perchè avevo bisogno di aiuto, ma da loro non l’ho ricevuto e mi hanno sentire di troppo. Ai tempi mi sono addirittura allenato con la seconda squadra, giocavo solo perché erano in emergenza totale ma non stavo bene. Ho chiesto subito di tornare a Valencia perché mentalmente ero abbattuto“.

Piccini ritiene fondamentale l’apporto dell’attuale tecnico del Valencia, Jose Bordalas, il quale lo ha risollevato da terra e riportato ai  massimi livelli.

Lui mi ha fatto sentire di nuovo un calciatore dandomi diversi minuti. Recentemente ho disputato quattro partite in 15 giorni e ho realizzato un goal all’Elche: è stata una grande liberazione dopo tutto quello che mi è successo. È stato il momento più emozionante della mia carriera“.