Valencia, scontro tra Club e Generalitat: il futuro è grigio

Anil Murthy, presidente del Valencia

(Photo credit should read JOSE JORDAN/AFP via Getty Images)

Al Palau de la Generalitat

La situazione del Valencia si fa sempre più drammatica, sia da un punto di vista economico che sportivo. Ma se la classifica, per quanto pericolante, si può raddrizzare, la solidità finanziaria del club va sbriciolandosi giorno dopo giorno. Ieri la riunione tra il presidente esecutivo del club, Anil Murthy, e il presidente della Generalitat Valenciana, Ximo Puig, non ha portato novità positive. Al contrario, non ha fatto che riaccendere lo scontro tra le istituzioni pubbliche e il club che Peter Lim controlla attraverso la Meriton. Società di Singapore che, ha ribadito ieri il presidente della Generalita, Ximo Puig, “non ha alcuna credibilità nella società valenciana, la situazione è persino peggiorata”.

Il punto sullo stadio

Sul tavolo, in teoria, ci dovevano essere le garanzie per una nuova deroga ai lavori del Nou Mestalla, la nuova casa del Valencia. Iniziati nel 2009, nessuno sa con certezza quando verranno portati a termine. Da una parte la crisi sanitaria ed economica, dall’altra la gestione a dir poco scellerata del club, tant’è che ad oggi è solo un catino di cemento. Tutto da ultimare e da riempire. “Siamo allo stesso punto in cui eravamo a settembre”, ha detto Puig. E questo nonostante il piano urbanistico di Actuación Territorial Estratégica (ETA) scada il 15 maggio, data entro la quale dovrebbero essere portati a termine i lavori dello stadio. Una data del tutto irrealistica e, soprattutto, l’ennesimo passaggio a vuoto.

Il comunicato del presidente del Valencia

Alle parole di Ximo Puig, comunque, Anil Murthy ha voluto rispondere con un comunicato ufficiale, pubblicato sui canali ufficiali del Valencia. “Deploro le dichiarazioni di Ximo Puig e i suoi attacchi irresponsabili alla Meriton a seguito della riunione cui abbiamo partecipato ieri nel Palau de la Generalitat. È nostra convinzione continuare a lavorare alla ricerca di soluzioni che portino alla conclusione dei lavori del nuovo stadio. L’impegno e la credibilità del club si misura nella sua capacità di pagare i debiti bancari – cosa che nessuno faceva prima -. Ma anche nell’aiutare la società valenciana in modo particolare durante la crisi di COVID-19 o donando materiale sanitario agli ospedali della Comunitat Valenciana quando non ne aveva, a causa di una gestione inadeguata della crisi.

In questo momento abbiamo la responsabilità di sostenere il club finanziariamente in un anno molto difficile. E abbiamo una responsabilità verso il progetto del nuovo stadio. Indebitare il club, senza prima aver venduto i terreni è irresponsabile, supporrebbe ripetere gli stessi errori del passato e, probabilmente, portare il club alla bancarotta. Arrivati a questo punto, dobbiamo lavorare tutti insieme per trovare una soluzione globale. Non siamo politici. Speriamo che le Istituzioni si impegnino e ci aiutino a trovare una soluzione al tema del nuovo stadio e non al contrario, alimentando l’incertezza intorno ad un progetto tanto importante per il Valencia CF e la cittadinanza con parole irresponsabili”.

Il futuro del Valencia

Che ne sarà del Valencia? Difficile dirlo. Nel frattempo, si tornano a rincorrere le voci sull’interessamento di Tunku Ismail, figlio del sultano di Johor e amico dell’attuale proprietario del club spagnolo, Peter Lim. Tipo eccentrico, che ha reso pubblico il proprio interesse con un video su Instagram. Di sicuro, il suo nome dalla riunione di ieri al Palau de la Generalita non è uscito fuori. Di certo, la presidenza di Peter Lim, che ha preso in mano il Valencia nell’ottobre del 2014, è agli sgoccioli. E nessuno osa pensare a cosa potrebbe significare, per il club, la retrocessione a fine stagione.