Venezia, Soncin: “Dobbiamo solo lavorare senza troppe chiacchiere”

Venezia Soncin

(Photo by Miguel MEDINA / AFP) (Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Andrea Soncin, nuovo tecnico del Venezia, si è presentato in conferenza stampa. Di seguito le sue dichiarazioni riprese da TMW.

Prende la parola il ds Collauto.

“Conoscete penso tutti Andrea, il suo percorso con noi parte da lontano. Quando è arrivata da noi è arrivata una persona che ha capito che percorso doveva fare e si è messo a disposizione per migliorare e per mettere le sue conoscenze a disposizione del club. Adesso arriva chiaramentei in una situazione complicata, sappiamo ormai che il club ha deciso di dargli un’opportunità in un momento molto importante. Ci sono ancora cinque partite e non è ancora tutto chiuso, proveremo a ribaltare i pronostici che ci vedono sfavoriti. Nel calcio le cose possono cambiare in fretta, dobbiamo andare alla ricerca di un episodio che può cambiare la testa dei nostri calciatori. Per molto tempo sul campo i ragazzi hanno dimostrato che sul campo questa Serie A la potevano fare. Su Paolo Zanetti non fatemi domande perché dovrei comprare cinque pagine di giornale per esprimere il mio pensiero, dico solo che ha fatto la storia del club, non solo per i risultati ottenuti ma anche per quello che ha lasciato come uomo e per il futuro che avrà, è allenatore di livello superiore. Ora qui c’è Andrea, sono sicuro che potrà darci una mano importante. Quando è venuto a darci una mano ha lavorato gratuitamente per un anno, questo ci tengo a dirlo perché dimostra la sua voglia di imparare, nel tempo è cresciuto, le qualità come persona sono note soprattutto a noi come club, credo abbia delle competenze importanti, è stato un calciatore di livello, conosce il calcio. Quest’anno con la Primavera ha avuto un compito non semplice, perché erano tutti ragazzi nuovi, probabilmente più che nella nostra prima squadra. Aveva un compito difficile e dopo un periodo di naturale adattamento è riuscito a fare una metà di stagione importante e questo non è mai scontato. Noi siamo qui a supportare lui e lo staff per tentare di fare un qualcosa che agli occhi di molti è quasi impossibile”.

Come ci si attrezza per i miracoli e come approccerai questa opportunità?

“Con il lavoro, con l’entusiasmo, io e il mio gruppo di lavoro ne abbiamo tanto di entusiasmo, ringrazio tutto il club per questa opportunità perché è importante, seppur in un momento molto complicato. Le cose però nel calcio, fino a quando ci sono le possibilità, possono succedere. Ho visto i ragazzi determinati e consapevoli. Dobbiamo cercare la svolta e dobbiamo farlo con tutto l’impegno possibile, è proprio nel momento in cui è impossibile che magari arriva. Il nostro obiettivo dev’essere uno solo, arrivare all’ultima giornata con almeno ancora una possibilità”.

In Primavera sei partito con il 4-3-3 e poi sei passato a 3 dietro:

“Riguardo alla discorso della Primavera è un po’ diverso, è anche giusto che i ragazzi facciano esperienze tali affinchè una volta adulti possano rispondere alle richieste di qualsiasi tecnico. Quindi le scelte andavano un po’ sia verso la ricerca dei risultati che verso la maturazione di esperienze, poi con la difesa a 3 ho visto che c’era qualche garanzia in più. Non escludo nulla ora per la prima squadra, dobbiamo cercare una struttura che permetta ai ragazzi di ritrovare un po’ di fiducia e coraggio per le prossime partite, devono essere le due parole che riproniamo maggiormente”.

Come hai trovato il gruppo dopo il tuo arrivo?

“Ho trovato un gruppo responsabile, quando capita qualcosa come quella che è successa a Zanetti i giocatori devono capire che sono i principali responsabili e credo che questa consapevolezza ci sia stata. Ringrazio anche Paolo, se sono qua è anche grazie a lui, ci conoscevamo già perché abbiamo giocato assieme e in questi due anni mi ha dato tantissimo. In questi due giorni c’è un atteggiamento propositivo, credo sia la cosa principale”.

L’essere stato per un anno nello staff e poi sempre nel Venezia può aiutare:

“Sicuramente aiuta, chiaramente l’anno scorso c’era più il quotidiano e ora alcune cose rispetto all’anno scorso sono cambiate. Ma sia lo staff che i ragazzi mi hanno accettato fin da subito con rispetto e credo sia l’aspetto principale”.

L’assenza di Modolo può complicare eventuali piani di difesa a tre?

“La perdita di Marco per noi è importante perché è un riferimento importante per il gruppo sia dentro che fuori dal campo. Penso però che per l’eventuale difesa a tre ci siano caratteristiche per sopperire alla sua assenza”.

Come si prepara la sfida contro la Juventus e come hai reagito alla chiamata?

“La Juventus la conosciamo tutti. Senza fiducia e coraggio però non dovremmo nemmeno entrare in campo, solo lavorando sui nostri principi i ragazzi possono ritrovare in campo ciò che fanno in allenamento. Stiamo cercando di spingerli per andare forte, è l’unico modo per contrastare l’avversario, se ti fermi a pensare alla Juventus hanno talmente tanti punti di forza che è difficile arginarli tutti. Sicuramente quando mi hanno chiamato sono stato sorpreso, per le tempistiche anche. E’ stato però anche motivo di orgoglio perché il lavoro fatto con la Primavera è stato apprezzato ed è stata riconosciuta la gavetta iniziata qualche anno fa. Sono ambizioso come ero da calciatore, come tecnico sono ancora giovane ma ho vissuto tante volte queste situazioni dalla parte opposta e immagino cosa passi nella testa dei ragazzi in questi giorni, gli sono vicino e di supporto perché i protagonisti devono tornare a essere loro”.

Prevedi variazioni importanti rispetto alle idee tattiche di Zanetti?

“Lavorare sulla compattezza è quello che cercheremo di fare, a livello tattico questa squadra ha già diverse certezze, stiamo valutando le varie opzioni e abbiamo ancora due giorni per lavorare”.

Ebuehi rientra?

“Ebuehi non è ancora rientrato in gruppo, sono tutti disponibili a parte i lungodegenti. Vacca è recuperato e per noi è un giocatore importante”.

Uno dei problemi del Venezia è anche la produzione offensiva, i tiri in porta sono pochi:

“Avere coraggio significa anche attaccare con più giocatori, rispetto alle altre squadre paghiamo qualcosa sotto l’aspetto della qualità, quindi dobbiamo cercare di attaccare con più uomini occupando maggiormente l’area avversaria”.

Come si ritrova la serenità in questo periodo così difficile?

“Il lavoro in campo penso che sia l’aspetto principale per ritrovare entusiasmo e fiducia, è come un po’ isolarsi da tutto il resto consapevoli che ci sono responsabilità grosse perché quando ci sono contestazioni da parte dei tifosi spesso sono legittime e le responsabilità vanno prese. Bisogna ritrovare fiducia ed entusiasmo perché la possibilità di arrivare al traguardo ci sono ancora”.