Zeta la formica, il caso Zaniolo secondo i tifosi

Partiamo da un evento realmente accaduto. Centro commerciale EuromaDue, quartiere Eur, reparto elettrodomestici: uno scaffale vuoto di macchine da caffè. Tutte vendute, tranne tre: stessa qualità, stesse performance, marchio in bella vista. Tutto identico, ma prezzo ridotto del 60%. Nessuno le voleva, neanche a prezzo stracciato. La responsabile del reparto dice: “Ho provato in tutti i modi, ma nessuno le vuole”.

Il motivo è semplice quanto unico: avevano la parte anteriore bianca e celeste. Le persone non la compravano perché ricordava i colori della Lazio: “Me lo pijo al bar piuttosto il caffè, guarda, non ti disturbare”. L‘addetta alle vendite sconvolta: questa è Roma, questa è la Roma. E stiamo parlando di gente normale, vale a dire del tutto estranea agli atti criminosi degli ultras.

Roma, Zaniolo senza speranza: il caso finisce in piazza

Gente che tifa, ma non distrattamente: tifa per tifare. Persone che cambiano turni, macchinette del caffè, disdicono matrimoni, rimandano Cresime, posticipano Comunioni, mandano indietro orologi, prendono treni e attraversano mari, monti e colline per quei colori lì. La stessa gente che ha difeso Zaniolo quando gli attaccarono la madre in massa, quando un servizio de Le Iene fece rumore per nulla, sul nulla, l’urlo di una città protesse quel ragazzo (capelli biondi e talento purissimo) che si era preso tutto – anche il cuore dei tifosi – in poco tempo.

Tifosi Zaniolo
La tifoseria difende la società

Lo stesso che ci ha messo lui a sputare su quell’amore in nome dei soldi. Dimenticandosi di quando era fermo, ma ugualmente insostituibile per i giallorossi. Solo che gli è andata male, ora gli tocca rimanere nella situazione di partenza con la stessa maglia fino a nuovo ordine. È vero che c’è anche altro nella vita, ma per molti Roma e vita fanno rima. In un posto dove si rifiutano beni di consumo in nome del tifo, quanto vale una persona che rifiuta e sputa su tutto questo?

Il futuro senza aspettative: cosa farà Zaniolo

E soprattutto chi afferma che Zaniolo dovrebbe essere lasciato in pace – visto che sarà costretto a rimanere fino a scadenza – per il bene della Roma sa dove vive? La cosa più gentile che hanno detto al talento di Massa in queste ore è: “Comincia a fa’ er trasloco”, per non parlare di tutto quello che sta uscendo per strada e sui social.

Questo ragazzo ha conosciuto il paradiso e, anche per colpe non sue, conoscerà l’inferno. È il contrappasso per aver disconosciuto un amore che poteva essere eterno. A Roma non tutti conoscono Dante, a meno che non si tratti dell’ex capo ultras giallorosso, ma sanno cosa vuol dire amare. E soprattutto si rendono conto subito della differenza che c’è tra empatia e convenienza. Zaniolo ha scelto la seconda, ma adesso viene la parte più difficile: quella delle conseguenze.

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Fino a giugno, se va bene, la strada è lunga e Zaniolo dovrà fare la formica: seminare per raccogliere, forse, qualcosa che non sia rancore. Il conto alla rovescia è iniziato: a ribaltarsi la reputazione di un’icona che mai pensava di doversi misurare col peso di una zavorra.