La crisi ‘solidifica’ le panchine, ma nel 2021 rischiano molti tecnici

Allenatori Serie A

(Photo Alessandro Garofalo/LaPresse)

In tempi “normali”, non caratterizzati da una pandemia internazionale, la Serie A è stata spesso tacciata di scarsa pazienza, nei confronti dei giovani e degli allenatori. Non sono distanti i tempi, in cui, si analizzavano le classifiche dei presidenti “mangia-allenatori”, sempre dominate da Maurizio Zamparini e Massimo Cellino. Il patron del Brescia, oggi in Serie B, non sembra aver perso “il tocco”. Infatti, nonostante la crisi Covid, sono già tre, gli allenatori che si sono avvicendati sulla panchina delle Rondinelle nel 2020. Si parla di Diego Lopez, Luigi Delneri e Davide Dionigi. Il podio degli esoneratori seriali della Serie A, si chiude con il presidente Enrico Preziosi che, in questa stagione, si è limitato, almeno finora, ad un solo cambio in panchina. Quanto è complesso oggi, con i bilanci pesantemente in rosso, addossarsi le spese di più tecnici alla voce “costi del personale”. La crisi dei club, verosimilmente, ha aiutato gli allenatori di Serie A ma, il 2021, resta un anno a forte rischio per molti di loro.

Un anno fa. Gli esoneri erano più del quadruplo

Poggiandosi al noto refrain del “non mangerà il panettone”, si può dire che, nel corso di questa prima parte di stagione, ci sono stati molti più panettoni per i tecnici del campionato nostrano. Di questi tempi, a gennaio 2020, si potevano contare già ben nove cambi in panchina, nonché 7 club già al cambio guida tecnica. Il primo ad inaugurare la striscia, della stagione 2019/20, fu Eusebio DI Francesco, esonerato dalla Sampdoria per far spazio a Claudio Ranieri. Appena 24 ore dopo, toccò a Marco Giampaolo, dopo il disastroso inizio al Milan. Il tecnico, oggi al Torino, lasciò il timone ad uno Stefano Pioli, oggi “intoccabile” alla guida dei rossoneri.

Da una sponda di Genova all’altra: 15 giorni dopo l’addio di Di Francesco alla Samp, in casa Genoa salta Aurelio Andreazzoli, arriva Thiago Motta. A novembre 2019 salta anche Igor Tudor all’Udinese, sostituito dall’attuale Luca Gotti. Novembre è il mese del primo viavai innescato da Cellino al Brescia: il tecnico della promozione, Eugenio Corini, viene esonerato per far posto al campione del mondo Fabio Grosso. L’esperimento dura appena 27 giorni: ai primi di dicembre, Cellino richiama Corini che, poi, verrà successivamente sollevato dall’incarico a febbraio 2020. Non arriva al panettone neppure Carlo Ancelotti, esonerato dal Napoli dopo gli scarsi risultati, seguiti dall’ammutinamento dello spogliatoio. Da un ex Milan ad un altro: infatti, a “Re Carlo”, succede Rino Gattuso. Saltano anche Vincenzo Montella e il “fresco” Thiago Motta, sostituiti rispettivamente da Beppe Iachini e Davide Nicola, alla guida di Fiorentina e Genoa. A gennaio 2020, Sampdoria, Milan, Genoa, Udinese, Brescia, Napoli e Fiorentina avevano cambiato guida tecnica.

Allenatori di Serie A più “tutelati” ma alcuni rischiano

Ad oggi, i cambi “in corsa” sono stati soltanto due e riguardano Fiorentina e Genoa. Beppe Iachini è stato esonerato a novembre, per favorire il ritorno di Cesare Prandelli. Il Grifone, dal suo canto, non ha rinnovato la fiducia a Rolando Maran, richiamando per la quarta volta Davide Ballardini. Maggiori tutele e sicurezza ma, il 2021, resta un anno a rischio per molti tecnici. I primi della lista, senza dubbio, sono Giovanni Stroppa e Marco Giampaolo. L’allenatore del Crotone che, domani affronterà l’Inter, ha ridato ossigeno alla sua posizione, grazie al bel successo sul Parma. La situazione di classifica, tuttavia, resta complessa: 19° posto a soli 9 punti, con 9 sconfitte in 14 partite. I buoni risultati potrebbero non bastare. Un altro tecnico “sulla graticola”, certamente, è quello alla guida della squadra alle spalle del Crotone: Marco Giampaolo, timoniere del Torino. Dopo il Milan, dunque, Giampaolo potrebbe concludere anzitempo la sua stagione. I granata rischiano seriamente la retrocessione: ultimo posto, 8 punti, 8 sconfitte in 14 partite, peggior difesa del campionato: 32 gol subiti. Situazione molto delicata. Alta tensione anche per Fabio Liverani. Il suo Parma non vince dal 30 novembre, si trova momentaneamente alla 16esima posizione a 12 punti, appena 2 in più della zona retrocessione. Nelle ultime cinque partite di campionato, sono arrivati tre pareggi e due sconfitte. Ora arriva Parma-Torino, una sfida tra destini in bilico.