Caso plusvalenze, Agnelli e De Laurentiis nel mirino della FIGC

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TIZIANA FABI, Onefootball.com)

Non si fermano le notizie riguardanti il Caso plusvalenze e bilanci gonfiati che dallo scorso ottobre ha smosso il calcio italiano con le indagini della procura federale.

Caso plusvalenze, nel mirino Juve e Napoli. Anche altre società coinvolte

Secondo quanto riportato da La Stampa, la FIGC avrebbe mosso tali accuse al club bianconero.

Tra il 31 marzo 2019 e il 31 marzo 2021, la Juventus avrebbe contabilizzato plusvalenze fittizie per 60,3 milioni di euro. Frutto di 32 operazioni.

Nei valori dei singoli trasferimenti sarebbe stato indicato un corrispettivo superiore al reale, in attuazione di un unico disegno finalizzato a commettere le condotte illecite ascritte al cda della società. Per far apparire maggiori utili o minori perdite“.

Al presidente della Juventus Andrea Agnelli è contestato il reato di aver approvato le situazioni triemstrali nel biennio indicato. Ai membri del Cda di averle approvate “Non avendo espresso dissenso a quelle irregolarità idonee ad alterare i conti sociali”.

Stessa contestazione avvenuta per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis per plusvalenze fittizie pari a 19,3 milioni di euro.

Con la finalità “Di far apparire risultati economici e un patrimonio netto superiori a quello realmente esistente alla fine dei trimestri-semestri“.

Per il Napoli è soprattutto nel mirino l’affare che ha portato in azzurro Victor Osimhen, con il quale sono stati iper valutati per un totale di 20 milioni alcuni giocatori della Primavera, più l’allora portiere di riserva Karnezis.

Altri alti dirigenti del calcio italiano sono finiti nell’occhio della Procura. Come l’ex presidente del Genoa Enrico Preziosi (accusa di plusvalenze fittizie per 12,5 milioni), l’ex della Samp Massimo Ferrero (per 11,1) e 8 milioni per l’ex presidente del Parma Luca Carra. Accuse per cifre minori ache per il Presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi.

La Procura intende procedere” Con l’esercizio dell’azione disciplinare e a non archiviare nessun procedimento“.