Chievo Verona, il fallimento è ufficiale, ma c’è ancora speranza

La sentenza numero 82 del Tribunale di Verona ha decretato il fallimento del Chievo Verona, confermando l’udienza di otto giorni fa. La società gialloblu, ad un passo dal centenario dalla sua nascita, sembra essere destinata a scomparire definitivamente dal calcio italiano. Una sentenza che lascia ben poco all’immaginazione. Ma che, allo stesso tempo, sembra far intravedere ancora uno spiraglio di luce.

Chievo
(Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

Le parole del legale De Bosio e le possibili mosse future del Chievo.

Se dovesse essere confermato il fallimento, vorrà dire che potremmo chiedere alla FIGC un risarcimento più sostanzioso“. Sono queste la prole con cui il legale del club, Stefano De Bosio, ha commentato la vicenda, prima del verdetto. Tuttavia continuano a esserci dei dubbi da parte del Consiglio di Stato. Il quale, deciso a vederci chiaro, ha congelato l’ultimo verdetto del TAR, che ha ribadito l’esclusione del Chievo dalla Serie B e lo svincolo di tutti i giocatori, come in tutti i precedenti gradi di giudizio.

Se i dubbi del Consiglio di Stato dovessero essere fondati, si potrebbe aprire un nuovo procedimento. E per i gialloblù potrebbe generarsi l’ennesimo spiraglio di luce, in cui inserirsi. Il Chievo Verona, dal canto suo, non ha intenzione di fermarsi. Anzi, la società è disposta anche a scavalcare i confini nazionali, se potesse servire. Il Chievo ha quantificato il danno subito attorno ai 140 milioni di euro. Includendo, alla perdita di valore del marchio e alla decadenza del titolo sportivo, anche il danno ricevuto in merito al patrimonio della rosa. Il motore principale che muove le mosse della società clivense è il fatto che le norme e le scadenze della FIGC sarebbero state messe in una posizione privilegiata rispetto alle norme emergenziali e provenienti dallo Stato.