Con il Green Pass, perché non riaprire al 100%?

Stadio

Photo Andrea Staccioli / Insidefoto

Quello della ripartenza è un tema divisivo quanto complesso. Sotto ogni punto di vista e rispetto a qualunque settore economico. Il numero in risalita dei casi spaventa i Governi nazionali (ad eccezione di quello britannico), ma la situazione relativa alle ospedalizzazioni e al numero dei decessi disegna un quadro decisamente più ottimistico di qualche mese fa. E, soprattutto, i vaccini stanno facendo il loro dovere. Il 99% delle ospedalizzazioni, in Usa, dove la campagna vaccinale è stata decisamente più veloce che da noi, riguarda non vaccinati. In Francia, dei 32.000 nuovi casi di positività al Covid di ieri, il 96% era, anche qui, di non vaccinati. La domanda, allora, sorge spontanea: perché non riaprire gli stadi, mantenendo l’obbligo della mascherina, al 100% della loro capienza per chi ha completato il ciclo vaccinale? La sensazione, a guardare dall’esterno, è che anche all’interno del Governo vinca un’impasse figlia di uno strano dualismo ideologico. Rispetto ad una questione che, però, di politico ha, o dovrebbe avere, ben poco. Se il vaccino, come apre evidente, funziona, dobbiamo riprenderci in mano la normalità. A partire dagli stadi. In sicurezza, certamente, ma senza paura. Alla fine, l’apertura al 50%, è figlia del Manuale Cencelli e media ponderata del 25% proposto dai più prudenti e del 75% ipotizzato dagli aperturisti. Insomma, una mezza decisione. L’ennesima mezza decisione, che pagheranno economicamente i club di Serie A e B, e con loro i tifosi, costretti a rincorrere i pochi biglietti messi a disposizione in una lotteria senza senso e senza quartiere.