Coppe Sprint: l’Europa in nove settimane

gironi champions league

Photo FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images

Le coppe europee diventano sprint. Un’abbuffata di calcio che verrà condensata nell’arco di sole nove settimane. Prima le tre partite dell’andata, poi una pausa di 21 giorni, quindi i tre match di ritorno.

Viene da chiedersi, però, se questa soluzione, sicuramente fuori dagli schemi usuali della UEFA, possa portare giovamento al calcio europeo. Da una parte, ovviamente, questo calendario permetterà di rimettere in pari la situazione, stravolta dal COVID-19 e dalla tarda conclusione della scorsa stagione. Dall’altra, invero, c’è da sottolineare come nessuna delle squadre in gioco possa dirsi sicura del passaggio del turno.

Se malauguratamente, infatti, una squadra come il Liverpool dovesse presentarsi a ridosso di queste nove settimane (in pratica due mesi) con alcuni infortunati, potrebbe rischiare di essere eliminata anzitempo dalla Champions League. Perché un mese e mezzo è più o meno il tempo di recupero che necessita un infortunio di media entità. Ma anche un infortunio “lieve”, che normalmente tiene fuori dal campo un giocatore per due o tre settimane, rischierebbe di far saltare addirittura metà girone a quell’atleta.

Le coppe europee, inoltre, potrebbero essere intaccate da casi simili a quelli del Genoa. Con rinvii e slittamenti che andrebbero ovviamente a falsare questa formula “sprint”. Viene da pensare se non fosse stato il caso, questa volta, di rivedere la formula nella sua interezza, facendo disputare solamente tre delle sei partite, magari in campo neutro, a distanza di un mese l’una dall’altra.

In più, in una situazione così tragica come quella vissuta durante questo 2020, si chiederà ai giocatori di viaggiare continuamente, disputando in alcuni casi persino 11 o 12 partite in un mese – nel caso dei nazionali, una possibilità non troppo remota.

Per quanto “show must go on” possa essere un ottimo slogan, a volte ridurre lo show porta lo spettatore a godere maggiormente dalla sua visione. Le coppe europee sprint potrebbero essere un’ottima idea, ma anche un’arma a doppio taglio. Tutti vorremmo vedere CR7 contro Messi, due volte in due mesi, ma anche tutti i giorni. Ma per quello c’è la PlayStation.

Un oggetto è tanto prezioso quanto è più raro da avere. E questo sprint rischia di svilire il nostro calcio più bello, fatto di sfide epiche e incontri che potremmo non rivedere mai più. Forse sono paure immotivate. O forse, più semplicemente, andava valutato un approccio più “soft” e meno “sprint”.