Cristiano Ronaldo e il tampone: il ruolo non è solo in campo

Photo by FRANCK FIFE/AFP via Getty Images - OneFootball

Un termine comune per riferirsi ai calciatori è “ruolo“. È così che si suole indicare la loro posizione in campo, i compiti tattici richiesti, la presenza che hanno nello spogliatoio. È un’accezione molto ristretta della parola, che fa riferimento solo al contesto sportivo.
Al di fuori del rettangolo verde, però, c’è tutto un altro mondo a cui rendere, in qualche modo, conto di ciò che si dice, che si fa, che si mostra. Ecco, allora, un’altra accezione del termine “ruolo”: quella sociale.
Quando fai parte dello sport più seguito del pianeta, il tuo ruolo sociale va di pari passo con la tua popolarità. È scomodo da pensare, ma della fama ci si prende oneri e onori. Ieri, quando Cristiano Ronaldo ha ricevuto l’esito ancora positivo del tampone, avrebbe dovuto ricordarsene.

CR7, acronimo con cui è ormai noto da anni, era in attesa del risultato dell’esame per aggregarsi, eventualmente, ai suoi compagni nella partita di Champions League contro il Barcellona. La positività al tampone, naturalmente, ha stroncato ogni velleità di calcare il campo. Il campione portoghese, allora, ha rassicurato tutti i suoi tifosi sul suo stato di salute, affidando a Instagram, a Twitter e a Facebook una foto che recitava: Mi sento bene e in salute.

 

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Felling good and healthy! 🤷🏽‍♂️😉 Forza Juve! 💪🏽 #finoallafine

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Qualche minuto dopo sotto questa immagine è comparso un commento, scritto da Ronaldo stesso: Il tampone è una str*****a.

cristiano ronaldo tampone

Adesso quel commento non è più visibile, in quanto il numero 7 bianconero l’ha eliminato. I più attenti, però, l’hanno notato e così il delirante eccesso di Cristiano Ronaldo ha fatto il giro del mondo.
241 milioni su Instagram, 90 milioni su Twitter, più di 140 milioni su Facebook: varcando i confini del campo i numeri della stella portoghese sono questi; non si parla di gol, ma di seguaci (o followers, come la terminologia inglese vorrebbe). Sono milioni di teste che osservano la notorietà di CR7, alcune di loro assurgendolo a esempio da seguire. Ecco dove entra in gioco il ruolo sociale.

La situazione social(e)

Quando sei il calciatore più in vista del momento e uno degli sportivi e dei personaggi più seguiti al mondo, certe bucce di banana non puoi permetterti di pestarle. Quando hai intorno a te un momento storico così incerto e fragile come quello di questi ultimi mesi, certe leggerezze non sono ammissibili.

Dire (anzi, scrivere) che, parafrasando per renderlo “giornalistico”, il tampone è un’inutile perdita di tempo significa non solo screditare una procedura medica, ma anche minare la credibilità delle istituzioni.

Il tampone naso-faringeo è il metodo maggiormente impiegato per determinare la presenza o l’assenza di Covid19. Medici, virologi, biologici, scienziati, genetisti, specialisti e chissà quali altri profili lo hanno messo a punto dopo settimane di durissimo lavoro. Alle spalle di quel lavoro, poi, ci sono anni (anzi, decenni) di studio. Con quel commento, Cristiano Ronaldo ha screditato un intero settore, quello della medicina, che ha detto al mondo che il tampone è la procedura giusta per proteggerci.

Di quella procedura si sono fidate le istituzioni, che l’hanno inserita in un protocollo e ne hanno reso l’esito vincolante: se è negativo, puoi andare; se è positivo, devi isolarti. Con quel commento, Cristiano Ronaldo ha screditato almeno due ordini di istituzioni: quelle sportive, a cui lui e i suoi colleghi devono attenersi, e quelle governative, a cui devono attenersi i milioni di persone che lo seguono.

Il veicolo e il messaggio

Non ricordarsi, o ricordarsene in ritardo, di avere anche un ruolo sociale è una delle più subdole trappole della fama. Esprimersi in modo leggero porta a essere facilmente veicolo di messaggi sbagliati. Il commento di Cristiano Ronaldo sul tampone ha, di fatto, delegittimato una prassi sanitaria e potenzialmente allontanato le menti più malleabili dal seguire le regole.

Giusto pochi giorni fa si è espresso in merito Daniele De Rossi. Ospite della trasmissione Propaganda Live ha detto, in riferimento alla grande influenza di Chiara Ferragni e Fedez nella sensibilizzazione sul tema sanitario, che il loro contributo risiede nella loro popolarità: “Ai giovani devi dare un veicolo che arrivi“. CR7, dunque, si è fatto voce di un messaggio preciso: quello che non doveva arrivare. Lui, nella gabbia d’oro della sua immensa villa torinese, spara sulla croce rossa di un sistema sanitario già al collasso e alimenta i malcontenti su regole da molti sentite troppo strette. Nella situazione in cui per riprendersi il suo ruolo in campo dovrà ancora aspettare, ha mancato l’occasione di averne uno almeno fuori dal campo.