Croazia, quanto è mancato un bomber e Perisic è imprescindibile

Croazia

(Photo: Petter Arvidson, via Imago Images)

Termina agli ottavi di finale l’Europeo dei vice-campioni del mondo della Croazia. La selezione di Zlatko Dalic saluta Euro 2020 al termine di un match spettacolare contro la Spagna di Luis Enrique. Una sconfitta amara per quelle che erano le ambizioni dei croati. Amara anche per come è evoluto il match disputatosi lunedì pomeriggio. In vantaggio grazie ad un errore di Unai Simon, poi rimontati 3-1 fino alla contro-rimonta del 3-3 che ha portato ai supplementari dove, gli iberici, hanno dilagato conquistando i quarti di finale con un pesante 5-3. La sfortuna di aver trovato un avversario in forte ripresa dopo le fatiche dei gironi, cui hanno fatto seguito pesanti critiche.


Sfortuna ma anche la consapevolezza che, rispetto alla magica selezione del 2018, è mancato qualcosa. Più di qualcosa. Sono mancati soprattutto i gol dei centravanti. Nè Petkovic, né Kramaric, né Rebic provato come punta centrale (contro la Repubblica Ceca, ndr) sono riusciti a dare quel peso specifico che, al Mondiale di Russia, riuscì a dare invece Mario Mandzukic. L’ex Juve e Milan fu fondamentale agli ottavi contro la Danimarca, così come risultò decisivo contro l’Inghilterra per strappare il pass della finalissima poi persa contro la Francia. A questo si aggiunga anche la rete di Kramaric ai quarti contro i padroni di casa della Russia. Un’incisività offensiva persa nel corso di questo Europeo, lasciando la maggior parte della pericolosità agli esterni d’attacco, così come agli interpreti del centrocampo.


Non solo il problema ‘punta’ tra le pene della Croazia. La positività al Covid di Perisic, pochi giorni prima della sfida con gli spagnoli, è stata l’ennesimo colpo all’assetto di una Nazionale che, nel laterale dell’Inter, trova il vero e proprio uomo in più al pari di Luka Modric. Al di là delle marcature – due in tre match giocati – l’ex Bayern è il jolly di Dalic. Bravo a dettare i tempi della transizione offensiva, rapido a creare superiorità numerica e favorire gli inserimenti dei centrocampisti, oltre che ad agevolare la ricerca della profondità di tutto il reparto avanzato. Un’assenza pesante che ha intaccato la caratura tecnica dei croati in modo incontrovertibile.