Deniz Naki, arrestato in Germania l’ex calciatore curdo del St Pauli

Deniz Naki Sankt Pauli

(Photo by Martin Rose/Bongarts/Getty Images)

Deniz Naki è un nome che a tanti appassionati di calcio non dirà molto. D’altronde non stiamo parlando di uno di quei giocatori che hanno fatto la storia dello sport che amiamo. Nonostante questo, può vantare una discreta carriera, con diverse presenza nelle squadre giovanili della nazionale tedesca al fianco di nomi come Kroos, Neuer e Özil.

Deniz Naki è nato in Germania nel 1989 da una famiglia di origini curde scappata dalla Turchia. Scappata perché da quelle parti il popolo curdo non è mai stato ben accetto, ieri come oggi. In Germania Naki riesce a costruirsi una carriera calcistica di tutto rispetto che, probabilmente, tocca il suo apice quando raggiunge la Bundesliga con i pirati di Amburgo, il Sankt Pauli. Qui diventa un punto di riferimento, non solo per le giocate in campo ma, soprattutto, trova un ambiente ricettivo alle istanze sociali che porta avanti, trova un pubblico che sa di cosa parla quando denuncia l’oppressione turca nei confronti della popolazione curda.

Nel 2013 Deniz Naki va a giocare in Turchia, nella massima serie, con la maglia del Gençlerbirligi. Ad Ankara viene aggredito, gli viene detto che “gente come lui” non è gradita in squadra e a causa di questo episodio è costretto a lasciare il club per trasferirsi all’Amedspor.

L’Amedspor è la principale squadra di calcio di Diyarbakir (in curdo Amed), città posizionata nel sud della Turchia e rivendicata dai curdi come capitale del Kurdistan Bakur, ovvero la porzione di territorio con popolazione curda dentro i confini della Turchia.

Nel 2016, dopo la vittoria in Coppa di lega contro una squadra più quotata, Deniz Naki scrive: “Siamo fieri di essere un piccolo spiraglio di luce per la nostra gente in difficoltà. Come Amedspor, non ci siamo sottomessi e non ci sottometteremo. Lunga vita alla libertà!“. Apriti cielo, Erdogan in persona lo indica come nemico dello stato e il calciatore viene multato e sospeso per 12 partite.

Nonostante questo, Deniz Naki non ha mai smesso di palesare il proprio sostegno al popolo curdo. In particolare, ha sempre invitato a manifestare sostegno e solidarietà con il Rojava aggredito dalle forze turche. Il Rojava è la regione nel nord-est della Siria dove, durante la guerra civile siriana, i curdi hanno attuato una rivoluzione sociale e dove si sperimenta un modo di vivere solidale e un tipo di organizzazione che si chiama Confederalismo Democratico. Dal Rojava, più precisamente dalla città di Kobane, partì la resistenza all’Isis che portò poi alla liberazione della capitale siriana del califfato nero, Raqqa.

Questo sostegno gli costò una squalifica di tre anni e mezzo da parte della federcalcio turca e la conseguente espulsione a vita. Tornato in Germania, Naki è vittima di un attentato in autostrada, quando la macchina sopra alla quale si trova viene affiancata da un furgone da cui partono degli spari che solo per una questione di fortuna non uccidono il calciatore.

Negli scorsi giorni, si è aggiunto un nuovo capitolo alla storia di Deniz Naki. Secondo quanto riporta il media tedesco Welt, l’ex calciatore si troverebbe da qualche mese in stato di arresto. Secondo quanto si apprende, l’accusa sarebbe quella di far parte di un’organizzazione che aveva lo scopo di fare soldi attraverso atti criminali. La procura di Acquisgrana sta lavorando per capire se tale associazione criminale avesse come obiettivo quello di sostenere finanziariamente il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, organizzazione politica e militare riconosciuta come terroristica dall’Unione Europea, così come dalla Turchia e dagli Stati Uniti.