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Si era fatto male nella partita contro il Wolverhampton il 21 settembre scorso. Era rimasto in campo per tutta la partita, ma ne era uscito un po’ malconcio. Sarà Guardiola il 26 settembre nella conferenza stampa prima dell’impegno contro il Leicester a darne aggiornamento: “Starà un mese fuori per un problema muscolare”. Gabriel Jesus, invece, di giorni lontano dal campo ne ha passati quarantatré: un mese e tredici giorni.

Certo, ci sono infortuni più lunghi e più gravi: per esempio ci si può rompere un crociato per una folle uscita di un portiere. Escludendo casi “eccezionali” (ma in realtà molto diffusi) di infortuni brutti e faticosi da superare, restano problemi di natura seria ma non grave: situazioni che di solito si smaltiscono in un paio di settimane. Per questo restare fuori dal campo per quarantatré giorni assume un peso specifico: è grave nell’ambito del non grave.

Da quel 21 settembre l’attaccante brasiliano del Manchester City non ha più calcato il campo fino a ieri, nella partita di Champions League contro l’Oympiacos. Entrato al 69° in sostituzione di Mahrez, quando il punteggio diceva 1-0, gli sono bastati dodici minuti per mettere il proprio nome tra i marcatori. All’81° si inventa un gol da un angolo impossibile, trafiggendo il portiere José Sá sul suo palo con un missile di destro che si insacca sotto la traversa. Con questa rete Gabriel Jesus firma il raddoppio sky blue e spegne definitivamente le velleità greche di tornare in partita. Il risultato finale sarà 3-0 e anche in quel caso la sigla è di un subentrato pochi minuti prima: João Cancelo. Sostituto di Walker all’82°, al 90° pone il punto esclamativo alla gara.

A fine partita il numero 9 dei Citizens ha parlato di come gli sia stato possibile realizzare quella rete perché aveva “osservato attentamente dalla panchina i movimenti della difesa avversaria”. Niente, quindi, sembrerebbe casuale. Sul suo ritorno in campo ha detto di aver “lavorato tanto per recuperare il prima possibile e poter aiutare la squadra”. Per Guardiola è senz’altro un più che gradito ritorno.