Gravina: “Euro 2028 un’opportunità. Italia merita un grande evento”

Gravina

(Photo: Matteo Gribaudi/Image Imago via OneFootball)

Sette giorni fa l’Italia sconfiggeva l’Inghilterra e si laureava campione d’Europa. Un successo unico ed emozionante dal sapore di riscatto per la Nazionale, dopo il disastro della gestione Ventura. Uno sguardo a sette giorni fa, con la consapevolezza che ora c’è da costruire il futuro. Non solo per la Nazionale di Mancini, ma per tutto il movimento calcio italiano. Ne parla il presidente FIGC Gabriele Gravina ai microfoni de Il Corriere della Sera.


Presidente Gravina giusto una settimana fa l’Italia è salita sul tetto d’Europa. Si è abituato all’idea?

“Sono orgoglioso perché questo successo viene da lontano. Quando sono arrivato in Figc, nel 2018, abbiamo rivisitato l’intero Dipartimento, provando a cambiare la mentalità e cercando di organizzare la Nazionale come un club. Dopo la cocente delusione per la mancata qualificazione al Mondiale in Russia dovevamo raccontare una nuova storia agli italiani, puntando sui giovani. Ed è una storia bellissima. Mancini è l’interprete perfetto per il nuovo rinascimento azzurro”.


Gravina ha corteggiato Vialli quasi un anno

“Perché è una persona di grande spessore, il profilo migliore per trasmettere coraggio, valori e esperienza ai giocatori. E poi volevo riunire i gemelli del gol. L’abbraccio tra Luca e Roberto, durante l’Europeo, è stato un regalo a tutti per le emozioni che ha generato”.


Il contratto di Mancini, sino al 2026, è stato una promessa mantenuta da Gravina

“Entrambi desideravamo questo accordo. Firmare prima dell’Europeo è stata una mia scelta perché volevo lanciare un messaggio chiaro a squadra, media e opinione pubblica: cioè Mancini alla guida della Nazionale per un lungo periodo. Il progetto vale più del risultato. E tenuto conto da dove eravamo partiti, quello che avevamo fatto già prima dell’Europeo era molto e molto incoraggiante”.


Ci racconti la notte della vigilia con la Turchia: era più in ansia per il debutto degli azzurri o per quello di Roma?

“Sicuramente più per l’aspetto organizzativo. Ma è stato tutto perfetto, sia la presenza del pubblico che la sicurezza. Possiamo andare orgogliosi di aver vinto anche questa scommessa».
Sia sincero: con l’Austria ha temuto di uscire?
«È stata la gara più complicata. Mai siamo stati così in difficoltà. Però, al momento giusto, abbiamo dimostrato di saper vincere anche con l’orgoglio e il carattere”.


Contro il Belgio la consacrazione

“La partita più bella sia per il gioco espresso sia per la qualità dell’avversario. Contro i più forti gli azzurri hanno interpretato alla perfezione la filosofia di Mancini”.


Con la Spagna la lotteria dei rigori

“Ero convinto che avremmo vinto. Eravamo in trance, ma i segnali erano positivi. Di quella partita ricordo la frase del c.t.: al Mondiale gli spagnoli saranno quelli da battere”.


La notte prima della finale ha dormito?

“Meno del solito. È stata la serenità dei giocatori a dare forza a tutta la delegazione. I fuochi d’artificio dei tifosi inglesi fuori dal nostro albergo hanno fatto il resto e ci hanno trasmesso più convinzione. Vincere fuori casa è stato bellissimo”.


Ci racconta qualche aneddoto?

“Sono riuscito a sfuggire alla doccia fredda che mi aveva promesso Florenzi e questo mi rende orgoglioso (ride ndr). Scherzi a parte credo che con la docu-serie poche cose siano rimaste nascoste. Sogno azzurro è un altro progetto vincente, che dimostra il senso di innovazione della Figc. E poi ci sono le risate, le lacrime e tutti gli sguardi che sono serviti a formare un gruppo straordinario”.


I festeggiamenti a Roma hanno acceso la polemica con il prefetto: c’è stato il chiarimento?

“Abbiamo comunicato tempestivamente la nostra posizione alle autorità. Rispettiamo le Istituzioni e non voglio tornare sull’argomento”.


Vialli ha il contratto sino al Mondiale in Qatar ma riuscirà Gravina a tenere insieme questo gruppo con Oriali e De Rossi?

“Stiamo ancora festeggiando e a questo proposito appena il Covid ce lo permetterà organizzeremo un tour con la Coppa. Tra qualche giorno parlerò con gli interessati per capire progetti e ambizioni di entrambi”.


Organizzare Euro 2028 è un sogno o una necessità?

“Un’opportunità per il Paese e dobbiamo saperla cogliere. All’Italia manca un grande evento da troppi anni, è arrivata l’ora di accelerare sugli stadi. L’ottima organizzazione delle 4 gare a Roma ha dimostrato che se lavoriamo come squadra, anche a livello istituzionale, possiamo ambire a risultati prestigiosi”.