Il Ct Mancini: “Serie A anomala e difficile. Pioli il migliore, l’estero giusto per i giovani”

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(Photo by Ina Fassbender / AFP) (Photo by INA FASSBENDER/AFP via Getty Images)

Il ct della Nazionale Roberto Mancini ha parlato di Serie A, di giovani e dei suoi prossimi obiettivi alla guida della selezione azzurra. Nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni de Il Giornale, l’ex fantasista di Sampdoria e Lazio, ha voluto esprimere la sua idea su tutto il sistema calcio in Italia, vista con gli occhi di un uomo che in Nazionale ha provato di tutto: dalla gioia immensa dell’Europeo alla tracotante delusione della sera di Palermo contro la Macedonia costata il Mondiale. La ricetta per ripartire Mancini l’ha data.

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Le parole del Ct Mancini sulla Serie A, ma non solo

Questa l’intervista di Mancini ai microfoni de Il Giornale.

Sulla Serie A pronta a partire. “Sarà un torneo anomalo. Mai visto sospenderlo per due mesi. Non sarà semplice. Quando ho debuttato io, nel 1981, fecero giocare in Italia un Mundialito club e la serie A non giocò solo per venti giorni. Qui le squadre si fermeranno pur continuando a lavorare. Sarà tutto più difficile“.

Sui grandi difensori che hanno detto addio all’Italia: “È un peccato. Più sono bravi, meglio è per noi. Vengono costruiti qui, poi… Ormai il calcio è così. Koulibaly non è giovanissimo ma uno dei migliori. De Ligt è venuto giovane e da giovane se ne va. Speriamo cresca qualche italiano“.

Difensori italiani promettenti ce ne sono? “Sono ottimista. Non dimentichiamo che perdiamo Chiellini, un maestro degli ultimi 20 anni. Bonucci ha una certa età. Ma ne vedremo crescere. Per esempio Scalvini, giovanissimo, ha 18 anni, è forte. E potrebbe diventare un grande play maker. Gatti non ha mai giocato in serie A, ha già 24 anni ma lo vedo bene. Oltre ai difensori c’è pure il giovane Ranocchia: migliorerà

Sui migliori allenatori di Serie A: “Direi Pioli, mi sembra avere quel mix giusto. Poi bisogna conoscere bene la persona. Ma anche Simone Inzaghi è bravo e Allegri ha esperienza. Ma in genere i tecnici italiani sono bravi“.

Sui nuovi grandi arrivi in Italia: “Se vengono con prestiti o parametro zero va bene. Non conosco la situazione Fabregas, ma Di Maria è ancora in gamba e può reggere un paio di stagioni. Il campionato italiano non è fisico come quello inglese. Contano le qualità: è più tecnico. Ovviamente non siamo più la serie A degli anni 80-90“.

Sui giovani e il richiamo dell’estero: “Spero abbiano possibilità di giocare. Così sarebbe positivo. Così si cresce. Gli italiani una volta restavano sempre qui, ora sono ancora pochi rispetto a quelli di altre nazioni”.

Su Scamacca: “Aveva già fatto l’esperienza, è stato uno dei primi ad emigrare: in Olanda. In Premier può dare tanto, ma non sarà facile. L’importante è che giochi e migliori“.

Su Gnonto: “Ha 18 anni, lì gioca di sicuro, ha vinto il campionato. Giocando cresce, poi meglio se troverà un livello più alto“.

Su Lucca e l’Ajax: “Una grande possibilità per migliorare tecnicamente. Non avrà pressione ma sarà in una squadra che deve vincere sempre. L’Ajax è come Real, Barcellona, Juve ed altre dove un pari è una sconfitta. Ma la scuola Ajax vale: da quelle parti sfornano giovani, poi li vendono e fanno i soldi. I nostri a 18 anni sono ancora in Primavera: all’estero giocherebbero tutti“.

Sul giovane Mancini in orbita Milan: “È un ragazzo con qualità. I giovani in A fanno miglioramenti incredibili. Di colpo li vedi crescere. A 17-18 anni ci sono tanti attaccanti bravi tecnicamente. Lui è un centravanti, le qualità sono ottime“.

Su Belotti ancora svincolato: “Credo sia il calcio di oggi: tutto è cambiato, non è semplice accasarsi. Le squadre si formano in ritiro. Si giocheranno 4 partite di serie A con mercato aperto: una volta non era così. Anzi, forse era meglio prima. Se firmasse con la Roma sarebbe in un grande club, ma deve giocare“.

Su Zaniolo: “Ha qualità come le aveva anni fa. È giovane, ma è meglio che si sbrighi perché il tempo corre. Capisco abbia perso tempo per gli infortuni, però passano anche gli anni”.

Su Insigne: “Vediamo come andrà. Le porte della nazionale sono sempre aperte a tutti“.

Sulla delusione Mondiale: “Alla fine lo guarderò. Non sarà semplice. Più ci pensi e più capisci che certe situazioni sono segnate. Avevamo dominato il girone, dovevamo andare diretti al mondiale: altro che spareggi. Invece… Sa cosa ci dà una mano? Il fatto che siamo campioni d’Europa. Bisogna ripartire da quello, più forti di prima. Sapendo che lo sport è come la vita: capitano situazioni totalmente inattese e incredibili“.

Sulla Champions e sulle speranze italiane: “La Juve si è rinforzata tantissimo, l’Inter è sempre forte e il Milan sta migliorando. E non è vero che vincono solo le più forti: questa è la bellezza della Champions che, fra l’altro, diventa vera da marzo. Anche se non sei favorito puoi farcela. Le squadre italiane devono crederci sempre. Prossima finale? Direi Juve-Inter. Oppure Milan-Napoli. Insomma vorrei rivedere una finale italiana”.

Sui club esteri: “Il Barcellona pareva senza soldi eppure ha costruito una squadra forte. Le inglesi anche, il Tottenham si è rinforzato. Il Bayern ha preso De Ligt e perso Lewandowski che mi ha sorpreso: avrà sentito bisogno di cambiare aria dopo anni“.