Ilicic sale in cattedra: il Professore insegna alla Scala del Calcio

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(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

In tempo di DAD, Josip Ilicic non rinuncia ad insegnare dal vivo. Il palcoscenico per il Professore è lo stesso di quasi un anno fa: quel San Siro che lo consacrò nella competizione più bella ed importante, la Champions League. Gli applausi di quella fredda notte di febbraio, che regalò all’Atalanta la speranza e la consapevolezza, hanno lasciato spazio al silenzio. Un silenzio a tratti assordante rotto dall’eco delle urla che si alzano in un impianto vuoto.

Il pubblico non c’è, è vero, ma il Professore non rinuncia ad insegnare calcio. Riprende proprio da lì, e lo fa con una maturità diversa. Quella di un uomo che ha attraversato un momento difficile, che si è rialzato, e che ora sorride perché fa ciò che ama: giocare a calcio.

Un uomo felice: Ilicic ritrova il sorriso

«Sembro un artista? Io mi sento un uomo molto felice, perché riesco a giocare a calcio». La semplicità delle dichiarazioni di Josip Ilicic nel post partita di Milan-Atalanta è direttamente proporzionata alla loro importanza. Sembrano quasi le parole di un bambino che scende in campo all’oratorio, il sabato pomeriggio, con gli amici. In realtà sono quelle di un giocatore che, a San Siro, si prende la scena contro il Milan capolista, giocando 82 minuti di grande calcio, trascinando un’Atalanta che senza il Papu Gomez avrebbe potuto perdersi, ma che invece si è ritrovata più forte di prima. Anche grazie al numero 72.

La classe di Ilicic illumina San Siro

Di parole per descrivere la prestazione di Ilicic a San Siro ce ne sarebbero tante. Il Professore ha illuminato la Scala del Calcio, pitturando trame di un gioco offensivo che ha esaltato la Dea. Anche i numeri, però, restituiscono un’immagine fedele di ciò che è stata la sua lezione di calcio: 6 tiri, di cui 4 in porta e altrettante occasioni da gol. 13 passaggi riusciti nella trequarti avversaria, 6 palle toccate nell’area di rigore del Milan. In totale 78 palloni giocati. 4 passaggi chiave, 3 dribbling e un gol, su rigore.

L’arte di perseverare: Gasperini si gode il suo miracolo

Quasi 100 giorni fuori a causa di un momento personale delicato. Tante voci e altrettanti pettegolezzi, come spesso accade – nel calcio e nella vita – quando le situazioni non sono ben definite. Il periodo nero, però, non è riuscito a scalfire la classe di Josip Ilicic. Il merito va anche e soprattutto a Gian Piero Gasperini, che ha saputo aspettarlo, coccolarlo ma soprattutto proteggerlo. Il tecnico ha continuato a credere in lui anche nei momenti in cui in campo era meno brillante, perseverando sul suo utilizzo. E il tempo, come spesso accade, ha ripagato la sua pazienza.
Con il passare delle settimane Ilicic è cresciuto, ritrovando la forma migliore e quel feeling innegabile con la porta. E forse non è un caso che la media punti, con lui in campo, si alzi da 1.86 a 1.92.

Il professore torna ad insegnar calcio: a San Siro la cattedra perfetta

A San Siro, il Professore ha giocato una delle sue gare più belle con la maglia del club bergamasco, certamente la più bella da quando ha riassaporato il rettangolo verde. Nel momento più delicato nella storia recente dell’Atalanta, si è fatto trovare pronto: proprio quando tutto il lavoro fatto negli ultimi anni rischiava di sgretolarsi, la squadra si è riscoperta tale e lo sloveno ha preso consapevolezza della sua importanza. Il Professore è tornato e non ha dimenticato come si insegni il calcio.