In viaggio con CIP nel mondo del calcio popolare: La Fiasca

CIP La Fiasca

(La Fiasca Logo)

Il calcio che ritorna alla sua essenza naturale. Un pallone che rotola su un campo verde, un avversario da battere e un gol da realizzare per poi raccontarlo nei bar del paese. Lontano dai riflettori e dal mondo scintillante del calcio guardato in tv. In Italia vi sono ancora delle realtà che fanno sport per il piacere di stare insieme. Al diavolo il “dio denaro”, al diavolo tutto ciò che di superfluo, giornalmente, circonda le nostre vite.

Il movimento del calcio dilettantistico o amatoriale nel nostro Paese, specialmente nell’era post Covid, è stato un movimento troppo spesso abbandonato a sé stesso. La Redazione di Calcio in Pillole ha deciso di intraprendere un viaggio all’interno di tutte quelle realtà di calcio popolare che ancora stringono i denti e vanno avanti. In nome dei valori basilari dello sport e della vita civile, ripudiando il razzismo ed il fascismo, impegnati nell’accoglienza ai migranti ed autofinanziandosi per permettere ai ragazzi di continuare a giocare a calcio.

Il nostro viaggio parte dalla Basilicata. Precisamente da Oppido Lucano, paese in provincia di Potenza che conta poco più di 3.500 abitanti. Un posto dove il tempo scorre ancora lento, senza la frenesia della vita cittadina. Le giornate riempite da piccole cose: gli amici, lo studio, il lavoro e le passioni. Tra quest’ultime, senza dubbio vi è il calcio. Ed è proprio in quest’ambito che si colloca l’Associazione Sportiva La Fiasca: perno e punto di riferimento della vita sportiva e sociale del luogo. La squadra di calcio nella prossima stagione, dopo la promozione ottenuta in quella scorsa, parteciperà al campionato di prima categoria lucana per la seconda volta nella sua storia. Una storia lunga più di trent’anni, portata avanti dai giovani del posto che hanno deciso di seguire un modello di calcio sostenibile, per consentire a tutti di fare sport. Per saperne di più, il nostro direttore responsabile Raffaello Lapadula, ha intervistato molti dei protagonisti di questa stupefacente realtà. Di seguito ecco le loro dichiarazioni.

CIP La Fiasca
(La Fiasca Squadra)

CIP nel mondo del calcio popolare: La Fiasca

Il primo a parlare è Vito Marone, presidente de’ La Fiasca. Il numero uno del club ci racconta come è nata e come si è evoluta la lunga storia calcistica del club giallorosso

“Siamo nati nel 1987. Inizialmente la squadra partecipava a dei tornei estivi all’interno del nostro piccolo paese, era un modo per stare insieme, tra amici, durante le vacanze. Il nostro nome nacque proprio dal recipiente che contiene il vino, perché i fondatori del club, prima e dopo le partite erano soliti rimanere in comitiva per godersi i piccoli piaceri della vita. Nel 1996 la squadra venne iscritta per la prima volta ad un campionato Federale, partendo dalla terza categoria lucana. Al primo anno riuscimmo ad essere promossi in seconda categoria e nella stagione 2002-2003 sbarcammo per la prima volta nel campionato di prima categoria. La retrocessione fu immediata perché avevamo dei mezzi finanziari veramente limitati. Dopo tanti anni tra la seconda e la terza categoria, al termine della scorsa stagione, siamo stati promossi per la seconda volta nella nostra storia nel campionato di prima categoria”.

Prende la parola il dirigente del club Michele Martino che ci racconta l’impegno sociale del club e il modello di auto sostenibilità ed auto finanziamento che la società persegue da sempre

“I soldi per permettere alla squadra di iscriversi al campionato arrivano da una manifestazione che tutte le estati organizziamo nel nostro paese. Il nome dell’evento si chiama Fiasca Party giunto ormai alla diciannovesima edizione. Con tutto ciò che ricaviamo da queste tre serate, riusciamo poi a pagare l’iscrizione al campionato successivo. La nostra festa è legata, anno dopo anno, ad un tema diverso. Abbiamo toccato temi importanti come la violenza sulle donne, la paura del diverso ed il mondo dei rom solo per citarne alcuni. Quest’anno ci concentreremo su tutto ciò che riguarda e circonda il mondo circense. In passato siamo stati protagonisti di uno scambio culturale con la città cilena di Iquique. Siamo impegnati in attività teatrali, con la creazione di alcuni laboratori. Siamo da sempre molto attenti su tutto ciò che riguarda la parte dell’accoglienza ai migranti. Abbiamo ospitato nella nostra associazione dei ragazzi africani. Alcuni di loro hanno vestito la nostra maglia ed hanno disputato alcuni campionati con noi. Siamo molto sensibili sui temi che riguardano l’inclusività, in un periodo come quello che stiamo vivendo mi preme sottolineare che ripudiamo con tutte le nostre forze la violenza ed il razzismo. Siamo tutta gente che ha deciso come stare al mondo, ma soprattutto, da quale parte starci”.

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Preparativi Fiasca Party

Marinicla Provenzale, tesoriera del club, ci racconta il suo punto di vista su tutto ciò che circonda il mondo Fiasca

“La Fiasca a mio modo di vedere è una filosofia di vita. Quello che facciamo non si ferma nel campo di calcio, ma va ben oltre. Siamo radicati sul territorio, a mio avviso svolgiamo un ruolo sociale rilevante. Nel corso degli anni siamo stati in prima linea nella lotta contro la droga e contro il gioco d’azzardo. Siamo una realtà in cui il Noi viene ancora prima dell’Io. Siamo impegnati nell’accoglienza ai migranti. Il nostro comune (Oppido Lucano ndr.) non ha mai accolto, quindi la nostra Associazione si è rivolta al paese di Acerenza che è un comune limitrofo al nostro, dove è presente uno staff di prima accoglienza per tutti questi ragazzi e ragazze che arrivano dall’Africa. Con il loro aiuto, abbiamo cercato di integrare i ragazzi nel nostro gruppo. La nostra volontà primaria era quella di farli partecipare alla nostra vita e di farli integrare. Ci siamo auto tassati per permettere a questi ragazzi di venire ad allenarsi, per una società piccola come la nostra, il costo che abbiamo sostenuto non è stato affatto da sottovalutare. Ad alcuni di loro siamo riusciti a trovargli un lavoro ed è questa, per noi, la soddisfazione più grande. Vedere nei loro occhi la felicità e la gratitudine per ciò che siamo riusciti a fare insieme non ha prezzo”.

Le parole del Capitano della squadra Luca Lancellotti

“Essere il capitano di una squadra come quella de’ La Fiasca per me è un enorme motivo d’orgoglio. Sento un forte senso di responsabilità per tutto ciò che una squadra come la nostra significa a livello territoriale e sociale. Devo dare l’esempio ai più giovani e fare da collante tra loro ed il gruppo storico del club. Ma la responsabilità più grande che sento è quella di aiutare gli altri. La nostra squadra è questo: nessuno mai deve essere lasciato indietro e nessuno mai deve sentirsi solo”.

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(La Fiasca Allenatore)

Infine, le parole dell’allenatore Luigi Pomponio, artefice della promozione ottenuta nella scorsa stagione

“La prima cosa che ho fatto quando sono entrato in questo gruppo è stata quella di sposare la loro “follia”. Per follia intendo il loro modo di guardare il mondo, l’impegno sociale attivo che ogni giorno questi ragazzi che mi circondano mettono in pratica. Era un modo di fare che mi affascinava, perché in passato sono stato giocatore di questo club. Mi sono avvicinato a questo ambiente per dare una mano in tutto ciò che circonda il mondo Fiasca, volevo rendermi utile. Dopo un paio d’anni c’è stata la possibilità di poter guidare il gruppo squadra e vista la mia grande passione per il calcio ho accettato volentieri. Ho accettato soprattutto per rendere un servizio alla Fiasca e per ridare qualcosa a questi ragazzi che tanto mi avevano dato dal punto di vista umano nel corso degli anni. Nel giro di un paio di stagioni siamo riusciti a creare un gruppo un pò più giovane e competitivo e al termine della scorsa annata è arrivata la promozione in prima categoria. Il risultato ottenuto mi riempie d’orgoglio perché siamo riusciti a coniugare l’impegno sociale con i risultati sportivi. È stato davvero un momento emozionante, perché non abbiamo nessuno che investe, tutto quello che facciamo è frutto dell’autofinanziamento e della passione smodata che questi ragazzi e ragazze mettono in ciò che fanno. Chiaramente il mio ruolo di allenatore mi impone di pensare anche alla parte tecnica. Mi piace che la mia squadra pratichi un calcio propositivo, volto all’offesa molto più che alla difesa. Nella prossima stagione, venderemo cara la pelle su qualsiasi campo, perché l’obiettivo è fare sempre il meglio che possiamo e di far divertire i ragazzi. Fermo restando che il mio sogno nel cassetto è quello di portare La Fiasca nel giro di un paio d’anni a disputare il derby di Oppido Lucano contro l’Angelo Cristofaro che milita nel campionato di eccellenza lucana”.