Sembrava tutto fatto e pronto per l’arrivo di Arturo Vidal all’Inter. Il Barcellona ha salutato il cileno e i nerazzurri fremono per accoglierlo. Ieri, infatti, per Vidal era previsto un volo privato per Milano dall’aeroporto “El Prat”. Nel pomeriggio il cileno si stava per imbarcare, alla volta dell’Italia e del nuovo capitolo della sua carriera, ma ha dovuto annullare i piani.

Il centrocampista ha ricevuto una chiamata dall’Italia che gli ha impedito di partire, per questo ha cancellato il volo. Il motivo risiede in “questioni fiscali” legate all’Inter, che i nerazzurri stanno risolvendo. La notizia è arrivata dal Mundo Deportivo, che spiega che il mancato viaggio è dovuto ai documenti ufficiali per il passaggio che sono ancora da concludere.

Uno dei maggiori indiziati dello stallo nel trasferimento di Vidal all’Inter è Diego Godin. Fuori dai piani di Antonio Conte, deve trovare una sistemazione. Accostato nelle scorse settimane a diverse squadre, è ora vicinissimo al Cagliari. L’accordo tra le due società è in chiusura per il passaggio definitivo, con l’Inter che contribuirà a una parte dell’ingaggio.

Ma perché l’Inter ha bloccato l’arrivo di Vidal per attendere che si concluda la trattativa di Godin?
Il motivo principale risiede nella proprietà dei nerazzurri, o meglio nella sua nazionalità. La Presidenza, come è noto, è di Steven Zhang, il quale amministra anche il Gruppo Suning International. La società per azioni cinese che fa capo a Zhang è risultato essere la più ricca società privata della Cina.

In Cina, però, le questioni che riguardano l’estero sono comunque situazioni di Stato – più che in altri Paesi – e quindi ecco il primo intoppo. Il Covid19 ha messo in ginocchio l’economia mondiale e le sue conseguenze sono pesantissime ancora adesso, a distanza di mesi. A Pechino, allora, hanno rivisto qualche bilancio e rifatto qualche conto. Le attività produttive sono in crisi e le spese vanno contenute. Le aree non strategiche per la crescita e la ripresa economica devono essere riviste e limitate.

Una delle sfere che fino a qualche tempo fa faceva registrare cifre esorbitanti in terra cinese era proprio il calcio. Con un campionato poco appetibile per contenuti tecnici e di intrattenimento, le squadre della Super League hanno attirato i calciatori di tutta Europa con contratti monstre, seppellendoli di danaro sonante. Adesso, però, con le nuove pieghe dell’economia mondiale, in Cina hanno relegato l’industria calcistica ad attività di seconda categoria.

Per questo sono giunte da Pechino indicazioni sulla necessità di contenere le spese. La risoluzione del contratto tra la Premier League inglese e PPTV, avvenuta il 4 settembre scorso, affonda in queste direttive. PPTV, rete emittente parte del gruppo Suning, non ha versato alla lega inglese l’ultima rata per i diritti della stagione 2019-20, ammontante a circa 180 milioni.
Il rapporto tra il governo cinese e le attività economiche è gerarchico, dunque Zhang e i suoi collaboratori non possono far altro che adeguarsi.

Per questo la politica economica dell’Inter è quella di vendere prima, poi comprare. Per questo si pesca soprattutto a parametro zero. Per questo i nomi sul taccuino degli arrivi sono di calciatori non giovanissimi e che, dunque, costano poco. Il filo col governo cinese è sottile ma forte, come lo è anche il contesto economico del Paese nonostante disti tre continenti da noi.