Inter, l’attacco più spietato in Italia ma Lukaku fa tremare Conte

Inter Lukaku

(Gonzales Photo/Tommaso Fimiano via Image Images)

40 gol in 15 partite. 21 portati a segno dalla LuLa. 12 gol in Serie A per Big Rom e 9 per El Toro. Romelu Lukaku e Lautaro Martinez si confermano, ancora una volta, la coppia terribile della Serie A. Travolto il Crotone 6-2, con una tripletta dell’argentino, coadiuvata da un gol e un assist del colosso belga. I nerazzurri hanno il secondo attacco più prolifico d’Europa, dietro al Bayern Monaco. Dal 1950/1951 l’Inter non segnava almeno 40 reti nelle prime 15 giornate. Numeri spaventosi, da panzer. Da LuLa. Tuttavia, la festa con il Crotone, è stata “rovinata” al minuto 75, quando Romelu Lukaku, il faro dell’attacco dell’Inter, ha accusato un fastidio muscolare alla coscia e, repentinamente, è uscito dal campo.

“Il Piano B” e l’importanza di Lukaku

Il tecnico Antonio Conte dovrà ricorrere al famoso “Piano B”. L’allenatore ex Juve, infatti, ha lamentato la scarsa condizione fisica di Sanchez e, malauguratamente non ha a disposizione neppure Pinamonti. In attesa di un rinforzo dal mercato, la sfida contro la Sampdoria, andrà preparata con un assetto tattico inedito. Non è un caso che, al momento dello stop del belga, il tecnico leccese non abbia inserito Sanchez, nonostante sedesse in panchina. Sarà schierabile tra 48 ore? Lo valuterà Conte. La perdita di Lukaku è di quelle pesanti. Non si parla di pseudo dipendenza da bomber o di altri concetti superati ma, di un vero e proprio faro tattico, nello scacchiere dell’Inter. Si potrebbe descrivere l’importanza di Lukaku, analizzando la sua rete del momentaneo 4-2 contro i calabresi ma, in realtà, la funzionalità del belga negli ingranaggi nerazzurri, è lapalissiana nel primo gol di Lautaro (momentaneo 1-1, ndr) e sul 2-1 causato dall’autorete di Marrone.

In occasione del primo gol, l’azione comincia dall’impostazione bassa: Bastoni e De Vrij avanzano e attivano Barella e Brozovic. La linea mediana del Crotone si alza e costringe i due a scambiare in pochi metri e con pochi tocchi. Immediatamente scala Lukaku e, parallelamente, Lautaro fa il classico movimento opposto. Il belga attira su di sé tre uomini, costringe Marrone a seguire Lautaro, innescando un 1 contro 1 dove, certamente, le qualità dell’argentino hanno la meglio. Sul gol del 2-1, al netto dell’ingenuità di Marrone nel cercare un controllo rischioso, Lukaku sposta ancora tre uomini avversari, aprendo due praterie: una per Barella e una per Lautaro. L’epilogo è noto.

Tocca anche all’Inter rinunciare al faro offensivo

Non si tratta di semplice fisicità, o meglio, non è l’unico fattore. Lukaku è, per antonomasia, il carburante del motore tattico dell’Inter, senza limitarsi ad essere un mero bomber. Il belga attiva le qualità di Lautaro, apre gli spazi alle ali e fornisce la giocata rapida alla linea mediana composta da Barella e Brozovic. E così tocca anche ai nerazzurri “reinventarsi” senza la propria chiave di volta, dopo Milan, Juventus, Roma, Napoli e Sassuolo che, nell’ordine, hanno ovviato alle assenze di Ibrahimovic, Ronaldo, Dzeko, Osimhen e Caputo. In realtà, Conte ha già dovuto rinunciare a Lukaku in stagione, nei match di campionato contro Parma e Atalanta, così come nel match di Champions League contro il Real Madrid, quello dell’andata. Non a caso, a sostegno del concetto esposto poc’anzi, circa l’importanza di Lukaku non prettamente da un punto di vista realizzativo, i gol non sono mancati. 2-2 contro i ducali, 1-1 contro l’Atalanta, 2-3 a Madrid. 5 reti in 3 match, tuttavia, sono mancati i risultati. Risultati come la fluidità della manovra. Conte riflette e spera, soprattutto, di avere presto il suo bomber. Intanto, come reinnesterà l’attacco il tecnico? Nuova chance ad Eriksen? Rilancio di Sanchez? Esperimento Perisic seconda punta? Mercoledì si scoprirà e, soprattutto, si vedrà a quale esito conduce, per mantenere vivo l’attacco dell’Inter, privo di Lukaku.