Inter, Marotta: “Volevo Allegri, ma poi abbiamo scelto Simone”

Inter Marotta

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ha raccontato degli aneddoti legati alla panchina nerazzurra in un’intervista fatta a Dazn e riportata dal Corriere dello Sport. Il dirigente nerazzurro ha confessato la sua volontà iniziale di portare Massimiliano Allegri a Milano, visto che in quel momento il tecnico toscano era libero da vincoli contrattuali. I contatti con Simone Inzaghi sono iniziati in una maniera decisamente particolare, in quanto l’ex Lazio era in pieno colloquio con Lotito per un potenziale rinnovo. Ecco le dichiarazioni dell’ ad nerazzurro, riportate da TMW e Passioneinter.com.

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Inter, le parole di Marotta sull’arrivo di Inzaghi

Su Allegri
“Prima di prendere Inzaghi, c’è stato un contatto con Allegri. Non immaginavamo che ci fosse la disponibilità di Simone a venire, mentre Max era libero e rappresentava sicuramente un profilo interessante, quindi ci abbiamo parlato.”

Sull’arrivo di Inzaghi
“L’abbiamo chiamato non sapendo che era a cena (con Lotito, ndr) e Simone chiaramente era un po’ imbarazzato. Devo dire che in questo caso la tempestività e l’intuizione da parte di Piero Ausilio e mia sono state decisive per fargli sottoscrivere un accordo in maniera rapida, ma nel rispetto di Lotito. Penso però che quando qualcuno resta tanti anni nella stessa squadra, come successo a Simone, sia giusto cercare una nuova esperienza altrove, dove poter crescere”

Sul suo futuro
“Ho avuto tanto nella mia vita calcistica, è giusto che ora inizi a dare qualcosa agli altri. Ho ancora tanti sogni nel cassetto. Penso di essere vicino ad aver dato tutto nel ruolo di dirigente, mi piacerebbe nella mia prossima esperienza, fare una mia attività politico-sportiva. Voglio contribuire a far crescere il movimento sportivo italiano. Ma c’è ancora tempo”. 

Il gol più importante da quando è dirigente e l’opposizione a Ronaldo
“Il goal più importante nella mia carriera da dirigente? Direi quello di Sanchez in Supercoppa. Avevo già vinto altre finali, ma mai così all’ultimo respiro. Nel mio palmares è il goal che ha lasciato il segno più profondo. L’operazione di mercato che preferisco? Pogba: lo presi a zero e riuscimmo a rivenderlo allo stesso club per 110 milioni. Cristiano Ronaldo? Non è vero che mi sono opposto, solo leggende”.