Inter, perdere l’amore: la storia che si ripete

Romelu Lukaku è ormai prossimo a diventare un nuovo giocatore del Chelsea. Il belga ha deciso giorni fa di chiudere la sua avventura italiana con la maglia dell’Inter, attratto dallo scintillante mondo della Premier League e dalle sterline con le quali i Blues lo ricopriranno d’oro. Se ne va così uno dei giocatori più amati dalla tifoseria negli ultimi anni. Un attaccante capace di mettere a referto 64 gol tra tutte le competizione in 94 apparizioni in due stagioni. L’Inter incasserà 115 milioni di euro e poi proverà a sostituire il gigante d’Anversa. Quella di Lukaku, è solo l’ultima cessione in ordine cronologico di alcuni tra i calciatori più idolatrati dal popolo del Biscione.

All’alba della stagione 2002-2003 toccò a Ronaldo Luiz Nazario da Lima. Un vero e proprio psicodramma collettivo. Lui, il Fenomeno, ammirato nel pieno del suo splendore solo nell’annata 1997-1998 e poi tormentato da una serie incredibile di infortuni. Il rapporto con il tecnico d’allora Hector Cuper non era dei migliori e il brasiliano, dopo le lacrime del 5 maggio 2002, e dopo aver vinto un Mondiale da protagonista con la nazionale Verdeoro, decise di andarsene. Massimo Moratti non fece poi così tanta resistenza ed accolse le richieste del giocatore. Ronaldo se n’è andò una notte di fine agosto, lasciò Milano con un biglietto destinazione Madrid, sponda Real. La partenza del fuoriclasse brasiliano, resta tutt’oggi una delle più grosse ferite mai rimarginate che il popolo interista ha dovuto “subire” nel corso della sua storia. Alcuni anni dopo, toccò a Christian Vieri lasciare l’Inter. Il centravanti che in nerazzurro aveva disputato sei stagioni e realizzato 123 gol, si accasò addirittura sull’altra sponda del Naviglio al Milan. Uno smacco enorme per tutta la tifoseria interista.

Nel frattempo i sostenitori nerazzurri si erano innamorati di Adriano, il brasiliano con il sinistro al sapor di tritolo arrivato dalle Favelas di Rio de Janeiro. Un’iradiddio nelle prime stagioni. Prima del lento declino dovuto anche e soprattutto a faccende che nulla avevano a che vedere con il calcio e la relativa triste partenza per il Brasile, destinazione Flamengo, di quello che era stato l’Imperatore nerazzurro. Partenze, saluti, addii e lacrime, quelle che però il popolo nerazzurro non versò il giorno della cessione di un altro grandissimo centravanti: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese lasciò all’alba della stagione 2009-2010. La sua cessione al Barcellona ed il relativo arrivo di Samuel Eto’o in nerazzurro resta uno dei più grandi affari di mercato della storia del calcio moderno. Il camerunense fu poi uno dei principali artefici di quell’Inter targata José Mourinho capace di vincere tutto ciò che una squadra di club può vincere in una singola annata. Lo stesso Eto’o venne poi ceduto due stagioni dopo, attratto da quell’enorme illusione russa, poi rivelatasi un fallimento, chiamata Anzhi. Nella stagione precedente era toccato ad un giovanissimo Mario Balotelli fare le valigie per raggiungere Roberto Mancini al Manchester City. Il resto è storia dei nostri giorni. E’ la storia di Mauro Icardi e delle sue tante contraddizioni. Il centravanti capitano, prima trascinatore e poi ripudiato. Diventato un caso ingombrante per lo spogliatoio. Ceduto al Psg dopo 219 partite e 124 gol con la maglia dell’Inter.

Tutti centravanti, tutti calciatori che con le loro giocate ed i loro gol avevano fatto innamorare i tifosi interisti. Fino ad essere amati, alcuni di loro anche in modo viscerale. Perdere l’amore, si sa, fa parte delle cose della vita ed i tifosi nerazzurri, in questo senso, ci hanno fatto ormai l’abitudine.