Inter, undici anni dopo in vetta nel girone di ritorno

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E’ passata una vita e per alcune circostanze anche qualcosa in più. Un’infinità di respiri, di scorrere d’immagini, di gol, di allenatori, di giocatori e nel mezzo il mondo che è cambiato. Tutto questo da quel 18 maggio 2010, l’ultima volta che l’Inter si era trovata in testa nel girone di ritorno.

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Quella era l’ultima giornata di campionato, di una stagione passata poi alla leggenda per i colori nerazzurri. L’Inter vinse a Siena con gol di Diego Milito nella ripresa e si laureò Campione d’Italia per la diciottesima volta nella sua storia. Pochi giorni dopo, a Madrid, sarebbe arrivata l’apoteosi con la conquista della terza Champions League. Era l’Inter di José Mourinho in panchina, Julio Cesar in porta, Walter Samuel a comandare la difesa, Douglas Sisenando Maicon a far atterrire gli avversari sulla corsia di destra, Javier Zanetti con la fascia di Capitano al braccio, quasi a farne una seconda pelle. E poi ancora con il “Cuchu” Cambiasso a dettar tempi di gioco e d’inserimento, Wesley Sneijder in quel momento uno dei giocatori migliori d’Europa. Per finire con Samuel Eto’o campione gregario al servizio della squadra e Diego Milito consegnato all’eternità dopo un’annata da 30 gol stagionali. Un Inter pratica ed estremamente vincente che fece della compattezza e dell’unione d’intenti la sua arma più. Protetta in pubblico e stimolata in privato dal tecnico nato a Setubàl con la missione di essere il numero uno.

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L’Inter attuale è per alcuni versi simile a quella di undici anni fa. Lasciando perdere i paragoni prettamente tecnici, difficili da attuare anche perché nel frattempo il calcio si è evoluto, fino a divenire quasi uno sport diverso rispetto a quello di poco più di una decade fa. Del momento attuale dei nerazzurri colpisce la compattezza, in un momento societario non affatto semplice. Il lavoro di Giuseppe Marotta in dirigenza e Antonio Conte sul campo, in tal senso è stato determinante. L’Inter sembra aver trovato la quadra proprio nel momento più difficile della stagione. Un dato su tutti potrebbe far riflettere, da quando il tecnico salentino ha abbandonato le velleità di un pressing ultra offensivo con la difesa sino oltre la linea di centrocampo, vale a dire dal match contro il Sassuolo dello scorso 28 novembre, i nerazzurri hanno raccolto 35 punti in 14 gare. Lo score in questo arco di tempo è semplicemente impressionante, 11 vittorie 2 pareggi e 1 sconfitta. In classifica sono stati conquistati sei punti in più di Juventus e Milan e addirittura nove punti in più di Atalanta, Lazio e Roma.

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Una squadra che si è messa totalmente a servizio dell’allenatore, tanto quanto fece quella della stagione 2009-10. Un esempio può essere la partita giocata da Ivan Perisic nell’ultimo turno di campionato contro la Lazio. Il croato, da sempre giocatore anarchico e poco avvezzo alle alchimie tattiche dei vari allenatori, ha disputato una gara pressoché perfetta in fase difensiva, annullando del tutto uno dei maggiori punti di forza dei biancocelesti: Manuel Lazzari. Per il momento, una sfida vinta non semplice da parte di Antonio Conte, tanto quanto quella di José Mourinho all’epoca quando chiese ad un campione affermato come Samuel Eto’o di effettuare dei lunghi ripiegamenti in fase difensiva. L’affidabilità in difesa di Stefan De Vrij, Milan Skriniar e Alessandro Bastoni ricorda quella di Walter Samuel, Lucio e Cristian Chivu. Così come il dinamismo di Nicolò Barella e le incursioni in zona offensiva ricordano le giocate di Dejan Stankovic. La corsia di destra in passato occupata da Maicon e nel presente da Achraf Hakimi è quell’arma mortifera utilizzata per scardinare e a tratti avvilire dal punto di vista della corsa e della tecnica in corsa, le difese avversarie. Il recupero di Christian Eriksen, inoltre, potrebbe dare quel pizzico di classe ed imprevedibilità in più nelle giocate al pari di ciò che disegnava in campo Wesley Sneijder più di dieci anni fa. E poi c’è il centravanti, quel Romelu Lukaku da 300 gol in carriera che sta letteralmente facendo a fette le difese di mezza Serie A. Un giocatore diverso da Diego Milito, per caratteristiche fisiche e tecniche, ma determinante tanto quanto il “Principe” di Bernal.

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I nerazzurri si sono ripresi il primo posto in classifica nel momento cruciale della stagione. Il derby contro il sorprendente Milan di Stefano Pioli in programma domenica prossima, dirà certamente di più sulle possibilità di titolo interiste. Il momento è sicuramente di quelli importanti, la possibilità di andare a +4 dai cugini è un’occasione unica, da sfruttare se si vuol far tornare, definitivamente, la tifoseria a sognare come fece quella squadra di undici anni fa.

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