Nainggolan: “Ferito da Conte. Juventus? Vincere facile non mi diverte”

Nainggolan

(Photo by Enrico Locci/Getty Images)

Appena approdato per la terza volta al Cagliari, Radja Nainggolan si è raccontato per Il Corriere dello Sport in una lunga intervista. Il belga è partito dal recente addio all’Inter, con un rapporto mai sbocciato col tecnico Conte. Nainggolan ha poi parlato anche degli anni alla Roma, fino ad una menzione sul famoso rifiuto alla Juventus.

Forma fisica in vista del Cagliari

“Se Di Francesco mi chiama, io ci sono. ​Non sono preoccupato del fatto che non gioco da tanto, penso sia vero il contrario. Io nella vita sono uno che si diverte solo se gioca”.

Addio dall’Inter e rapporto con Conte

“È un grandissimo tecnico. Ma sono rimasto ferito quando dopo avermi concesso solo otto minuti di partita mi ha indicato come un responsabile di tutto. Che potevo fare in otto minuti? Ma non ho aperto polemiche allora, non lo faccio nemmeno adesso. È andata così. Io sono integro, sano. Non ho mancato un allenamento, non ho fatto un minuto di ritardo”.

Rimpianto di aver lasciato Roma?

“Sì. È una città in cui ho passato quattro anni e mezzo importanti. I tifosi a Roma ​non si dimenticano di me. Vuol dire che qualcosa di importante in questa città l’ho lasciato. Eravamo entrati in una fase finale della Champions, ma abbiamo festeggiato e siamo stati festeggiati, a Roma, come se avessimo visto uno scudetto. Poi l’anno dopo quella squadra è stata smantellata. Ecco, questo è uno dei miei rimpianti. A Roma avevano una squadra forte. Dicono che io creavo problemi. Invece, come sa chiunque abbia giocato con me, io ero e rimango un uomo-spogliatoio”.

Il famoso “no” alla Juventus

“Gli Juventini mi attaccano perché mi dicono che non ho vinto nulla. Una sciocchezza assoluta. Io ho scelto di non andare con chi vinceva. So che potrebbero dire che alla Juventus non mi hanno voluto, ma basta che chiedano ai loro dirigenti, ai loro direttori sportivi. ​La Juventus è stata la squadra più forte per un decennio e io a vincere con i più forti non mi diverto”.

Rapporto con Giulini

“Se sono tornato è perché mi ha voluto lui. Ha un progetto, è ambizioso, vuole vincere. E io condivido questo sogno. Sono tornato nella città dove vivono le mie figlie, questa è stata una molla per me. Uno dei motivi più belli per cui lo faccio”.

Situazione del Covid

“Sì, quest’anno in campo stiamo difendendo molto più che un risultato: stiamo difendendo il campionato dal virus. Perché il Covid prima ha ucciso il calcio, poi le vite di tutti noi, e alla fine ha ucciso il mondo. ​Non sono pessimista, sono solo lucido. Io ho avuto il Covid, e sono stato fortunato. Non ho avuto una linea di febbre, ma sono preoccupato . Sono preoccupato per gli effetti della crisi. Per tutti quelli che hanno avuto il lavoro e le attività distrutte. E poi ovviamente per gli altri, per gli anziani, per i più deboli, per chi si ammala e con questo virus rischia la vita. Spero che li vaccinino subito, per primi”.