Juventus-Inter, il bivio della stagione per due grandi attardate

Juventus Inter

(Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Nel calcio italiano ci sono tante partite che hanno il sapore della storia e che sono sentite maggiormente rispetto alle altre. Ci sono le stracittadine e poi c’è una partita che, soprattutto dopo il 2006, ha assunto un valore ancora più alto. Il Derby d’Italia, Juventus-Inter rappresenta al massimo un sentimento che nel calcio sta alla base del confronto di ventidue uomini in campo per 90 minuti: l’avversione. Una storia lunga più di un secolo che mette di fronte due squadre che oggi devono rincorrere. Le protagoniste degli ultimi due cicli nel calcio italiano cercano la rimonta per pensare ad un 2023 diverso.

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Il momento di Juventus e Inter

Il dolcemaro bianconero

I bianconeri arrivano al big match dello Stadium nel mezzo di una fase dolceamara. La peggior esperienza nella storia del club in Champions League si unisce al ritorno a disposizione di calciatori di primo livello e ad una serie di tre vittorie consecutive in campionato. La Juventus è ottava in campionato, scavalcata dall’Udinese ieri sera, con 22 punti in 12 partite. Se un tifoso juventino tornasse sulla Terra dopo un’assenza di tre anni penserebbe di rivivere la fase pre Conte. Massimiliano Allegri, acclamato al suo ritorno un anno fa e oggi accusato di essere il responsabile del crollo, ha avuto qualche alibi. L’assenza di moltissimi giocatori di primo livello come Chiesa, Pogba e poi Di Maria e Vlahovic, ad esempio, ha tolto qualità e alternative alla rosa. Tuttavia, è un problema non nuovo che esisteva anche nella passata stagione. Come nella passata stagione, poi, le idee di gioco latitano e la squadra torna in sè solo per alcuni tratti di partita o solo in alcuni match. Il caso più recente è la gara con il PSG, ma Juventus-Inter dello scorso anno fu un emblema. Per domani sera torneranno, dopo Chiesa, anche Bremer, Vlahovic e Di Maria. La scossa psicologica potrebbe arrivare anche da questo fattore. Qualità e determinazione devono essere la soluzione per evitare una nuova annata lontana dagli obiettivi prefissati.

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La spinta europea nerazzurra

L’Inter è probabilmente nella fase migliore della sua stagione. La qualificazione insperata agli ottavi di Champions League con una giornata di anticipo e quattro vittorie di fila in Serie A hanno ridato certezze alla squadra di Inzaghi che ha vissuto un inizio horror. Sicuramente non tutto va ancora bene. La partita di Firenze ha fatto capire che l’Inter pecca ancora nella gestione di alcune fasi della partita dove tutto all’improvviso può cambiare in peggio. Oltre a questo, un problema cronico quest’anno è la fase difensiva. Nel complesso, il reparto è cresciuto, ma 17 reti subite in 12 giornate sono un’enormità per quella che era una difesa quasi impenetrabile. Per quanto riguarda gli infortuni, torna a disposizione Brozovic, che, però, dovrà guadagnarsi il posto ora dopo l’inserimento di Calhanoglu che ha portato frutti straordinari ed insperati, vedendo l’esperienza dello scorso anno in quel ruolo. Lukaku, invece, resta il rimpianto e la rabbia di questo 2022. Sarebbe servito come il pane nella seconda parte della scorsa stagione quando Dzeko iniziò a segnare meno e sarebbe stato utilissimo ora con un gran numero di partite ravvicinate. Sarà per il 2023. Intanto, l’Inter non può permettersi altri stop dopo le 4 sconfitte. La trasferta di domani e la successiva a Bergamo diranno tanto, quasi tutto, delle possibili ambizioni nerazzurre in campionato.