Juventus, l’arrivo in una Oporto in pieno lockdown

Juventus-Porto

(Photo by ATTILA KISBENEDEK/AFP via Getty Images)

La media dei contagi, delle ultime due settimane, è la più alta d’Europa: 1430 positivi per 100mila abitanti. Si parla della drammatica situazione che sta vivendo il Portogallo, dove la Juventus si appresta a sfidare il Porto. Il paese lusitano passa da ‘sito sicuro’ per le Final Eight 2019/20 a paese in ginocchio per il Covid. Attualmente, il governo ha predisposto un lockdown ferreo, non dissimile da quello che, il nostro paese, ha dovuto affrontare nel marzo-aprile del 2020, quando il mondo scopri la terribile piaga del nuovo Coronavirus. La situazione è precipitata nel mese di dicembre, quando si è diffusa la variante inglese. Gennaio è stato un mese durissimo per il Portogallo, dove si è registrata quasi la metà di morti e contagi da inizio pandemia. Gli ospedali faticano a gestire gli ingressi dei contagiati gravi e, tutto il sistema, è vicino al collasso.

Città blindata e Juventus ‘in bolla’

Come riportato da Tuttosport, la Juventus in vista del match con il Porto, si è vista costretta a cambiare i propri piani. La conferenza stampa verrà svolta a Torino in streaming, prima volta che accade. La squadra sarà ‘isolata’ nella sua bolla per non avere contatti. Blindata dal momento della partenza per Oporto fino al rientro, direttamente nella notte tra mercoledì e giovedì. La squadra bianconera partirà nel tardo pomeriggio dopo l’allenamento mattutino e il pranzo. Non è prevista alcuna rifinitura, infatti, i giocatori di Pirlo si alleneranno nella palestra all’albergo. Verrà concesso di uscire solo alle 19:00, dopo la riunione tecnica. Non è previsto neppure il sopralluogo al campo dello stadio Do Dragao. Saranno trenta ore letteralmente di ‘isolamento’. Una situazione surreale che vedrà i bianconeri recarsi allo stadio per il match e, dopo la conferenza stampa, rientrare celermente in Italia. Contatti ed uscite contingentate al minimo, in un contesto drammatico. Il Covid non molla la presa.