Juventus, morto Francesco Morini. Il calcio piange il ‘pirata Morgan’

Morini

(Photo: imago/Buzzi)

Calcio italiano in lutto. È morto Francesco Morini all’età di 77 anni. Soprannominato Morgan come il Pirata per via delle straordinarie doti da stopper ‘vecchia scuola’ energico ma pulito, ha militato nella Sampdoria dal 1963 al 1969 ma, soprattutto, nella Juventus dal 1969 al 1980. I due club, attraverso i propri profili social, hanno voluto salutare lo storico difensore rendendogli omaggio.


Morini mosse i suoi primi passi nel calcio italiano di massima serie nella stagione 1963/64, come anticipato, con la maglia della Sampdoria. Le sue spiccate doti difensive emersero fin da subito e, nonostante la parentesi in Serie B nella stagione 1966/67, nell’estate del 1969 la Juventus lo volle acquistare per sostituire Bercellino, passato al Brescia.

Con la casacca della Vecchia Signora, Morini diventò un pilastro per undici stagioni rendendosi protagonista di grandi successi sportivi contraddistinti da 5 scudetti, 1 coppa Italia e 1 coppa Uefa. Con la Nazionale italiana non ebbe la stessa fortuna, pagando il passaggio di consegne alla nuova generazione dove brillava Bellugi che gli fu preferito sistematicamente nel reparto difensivo. Con la maglia azzurra riuscì a collezionare appena 11 presenze tra il 1973 e il 1975. 

Zero reti in carriera ma prestazioni e carisma rimaste celebri nella storia del calcio italiano. Duelli epici contro Boninsegna e Gigi Riva. Proprio quest’ultimo affermò su di lui: “È il difensore più cattivo nel quale mi sono imbattuto. Per cattivo intendo che è grintoso, che è spietato agonisticamente, non che è sleale. È come deve essere un vero difensore moderno. Gioca con tutto il corpo pur di non farti passare. Io li ho provati tutti, nessuno mi ha dato tanto filo da torcere, alla lunga mi sono dovuto arrendere”.


Chiuse la sua carriera da calciatore in Canada ai Toronto Blizzard dove mise insieme 22 presenze. Dopodiché iniziò la sua ‘seconda vita’ da dirigente. Grazie agli studi linguistici frequentati in Canada, accelerò la sua formazione come dirigente a Coverciano e, nel 1981, tornò alla Juventus – stavolta dietro una scrivania – prima come direttore sportivo e successivamente come team manager.