Malinovskyi: “Dovevo venire a Marsiglia già ad agosto”

Malinovskyi Marsiglia

(Photo by NICOLAS TUCAT/AFP via Getty Images)

Ruslan Malinovskyi è stato presentato dal Marsiglia al Velodrome e ha rilasciato alcune dichiarazioni nella consueta conferenza stampa. Dopo tre anni e mezzo da protagonista, l’ucraino ha lasciato l’Atalanta un po’ in sordina e ai margini del progetto. Già dall’estate, infatti, il rapporto con il tecnico Gasperini sembrava ormai logoro. Nella sessione estiva, però, non si erano trovati accordi con altri club. L’acquisto da parte del Marsiglia a 10 milioni più bonus può essere un nuovo punto di partenza per l’ucraino.

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Le parole di Malinovskyi alla presentazione con il Marsiglia

Sul suo ruolo e sul club: “In Nazionale ho giocato a centrocampo, in Italia da trequartista. Posso giocare ovunque, dipende dall’allenatore, dalla squadra, da come pressi. Mi piace giocare in attacco. Marsiglia è una grande città, con una grande storia di calcio. È il più grande club francese e ha grandi tifosi. Sono qui per aiutare la società a raggiungere gli obiettivi. Conoscevo già la squadra perché in passato aveva affrontato club ucraini. Aveva grandi giocatori, come Ribéry e Drogba. Nella rosa attuale conosco Pau Lopez, Veretout e Ünder perché hanno giocato in Italia. Ho giocato contro Gigot in Belgio.”

Su Tudor: “Conosco bene l’allenatore perché ha lavorato in Italia. Ho parlato con lui, mi piace il calcio dinamico, che destabilizza l’avversario. È un calcio che amo.”

Sul trasferimento: “L’offerta del Marsiglia era la più concreta, sapevo che avrei accettato. Non avevo dubbi. C’erano anche proposte dall’Inghilterra ma non erano concrete. Dovevo arrivare qui già ad agosto, ho seguito la squadra.”

Sul calcio francese: “Tutte le squadre sono molto fisiche. Questo non mi spaventa perché è così anche in Italia. C’è bisogno di intensità. In Italia ho sempre dato tutto e fatto grandi cose. Venire qui è un grande passo nella mia carriera. Il Marsiglia vuole vincere trofei. Con l’Atalanta giocavamo in Champions ma c’erano sempre l’Inter e la Juve da battere. Ho 29 anni, non sono ancora al top, posso ancora essere importante.”

Sui gol: “Di goal dalla distanza ne ho fatti tanti, ma Gasperini mi diceva di non tirare troppo in porta perché segnavo una o due volte ogni cento tiri: io però ne ho fatti molti di più.”