Milan in fuga per la vittoria, ma l’Inter non ci sta. Napoli: game, set, match e rimpianti

Milan in fuga per la vittoria grazie a Leao, ma l’Inter non ci sta e risponde subito ad Udine. Il Napoli regola il Sassuolo con un 6-1 di matrice tennistica, rimediando la contestazione del pubblico del Maradona, dilaniato dai rimpianti. La Juve di Allegri continua a ragionare da provinciale ma si mantiene a -1 dai partenopei ed a +10 dalla Roma.

Milan in fuga per la vittoria, ma l’Inter non ci sta

Grazie ad un gol di Leao, il Milan si conferma in fuga per la vittoria dello Scudetto: 1-0 nel lunch match al Meazza contro un’ottima Fiorentina, che ha retto fino al minuto 82. Ancora una volta, Stefano Pioli si conferma il vero re del ‘orto muso. Quattordici delle ventitré vittorie rossonere in questo campionato sono arrivate grazie allo scarto minimo. Quando la somma dei gol dei tuoi attaccanti è pari a quelli realizzati dal solo capocannoniere – Ciro Immobile, 27 – della Serie A, bisogna fare di necessità virtù. Un po’ come quando ci si è trovati di fronte alla volontà di Donnarumma, miglior portiere italiano, di voler lasciare. Ed anche in quel caso i rossoneri, scegliendo Mike Maignan, hanno saputo dimostrare la loro abilità di trarre il meglio dalle situazioni di difficoltà.

Alla fuga per la vittoria del Milan, l’Inter ha dimostrato di non starci. La seconda della classe, crollata lo scorso mercoledì in casa del Bologna, ha saputo reagire al contraccolpo psicologico e ha risposto ai cugini in quel di Udine. Gara meritata dai nerazzurri che, però, negli ultimi minuti sono drasticamente calati e hanno rischiato la rimonta del padroni di casa. La condizione atletica dei ragazzi di Inzaghi lascia qualche dubbio per il rush finale. Ma alla Dacia Arena era fondamentale uscire con in tasca i tre punti. Con un giorno di riposo nelle gambe, da martedì si ricomincerà a correre per preparare la gara casalinga contro l’Empoli, ma non chiedeteci come mai si giocherà venerdì alle 18:45. I rossoneri, invece, scenderanno in campo domenica sera a Verona. Alla faccia di chi chiedeva la contemporaneità delle partite.

Milan, fuga per la vittoria ma l’Inter non molla. Napoli: game, set, match e rimpianti

C’è chi è in fuga per la vittoria, come Milan ed Inter, e chi, come il Napoli, si è accontentato di aprire la trentacinquesima giornata di Serie A battendo, al Maradona, il Sassuolo. Punteggio tennistico per i ragazzi di Spalletti: 6-1. Dopo una vittoria del genere, ci si aspetterebbe di tutto, tranne una pesante contestazione dei – pochi – tifosi presenti a Fuorigrotta contro De Laurentiis e la squadra. Supporters che non hanno retto al peso dei rimpianti, per una stagione che avrebbe potuto regalare lo Scudetto se il gruppo avesse retto al peso dell’obiettivo. Non sarà stato certo merito del “non ritiro” a base di incontri serali a cena, né la presenza del patron durante gli allenamenti al Konami Training Center. La realtà è che questa squadra resterà negli annali come l’incompiuta opera di Spalletti, che farà più male dell’ultima sinfonia di Sarri. Stavolta è solo colpa loro, non c’è l’alibi di alcun “palazzo” a cui appigliarsi. Adl, intanto, conferma il tecnico di Certaldo, ma sonda diverse strada. Nei suoi sogni c’è un nome: Unai Emery, ma nutre stima anche di Conceicao, Galtier, Marcelino e Gasperini.

Mila-Inter: fuga per la vittoria. Juve troppo provinciale per essere vera

Per sintetizzare la trentacinquesima giornata di Serie A della Juventus, basta analizzare due episodi. Il primo è quello accaduto al minuto 79 del match contro il Venezia: fuori Vlahovic, dentro Chiellini. Insomma: la più titolata d’Italia ha inserito un quinto difensore, rinunciando al secondo miglior marcatore del campionato, per difendere il gol di vantaggio contro i lagunari. Il secondo episodio è una dichiarazione – infelice – di Allegri in conferenza stampa: “Se fossimo passati col Villarreal – doppia sfida valida per gli ottavi di finale di Champions League – avremmo perso energie utili a raggiungere il quarto posto”. Con buona pace dell’Avvocato, il quale, di fronte a cotanto provincialismo, si sarà rivoltato nella tomba. C’era una volta la Vecchia Signora.