Monza, 40 milioni in tre anni. Ora è un mezzo fallimento

Il nostro obiettivo è chiaro, puntiamo alla promozione in Serie A. Se dovessimo mancarlo avremo fallito. Il progetto iniziale prevedeva la promozione in 24 mesi e lavoriamo per questo”. Parlava così Adriano Galliani al momento dell’inizio di questa stagione di Serie B. Dopo un dominio incontrastato in Lega Pro e i pesanti investimenti apportati nel club, il Monza era pronto a lanciarsi verso il grande sogno: la Serie A. Il palcoscenico della grandi d’Italia cui il Monza non ha mai preso parte in 109 anni di storia. Era l’obiettivo numero uno ma adesso è sfumato e – data l’entità delle spese effettuate dall’ex binomio vincente del Milan – si parli senza giri di parole di un mezzo fallimento.

Mezzo. Perché il Monza ci riproverà e, viste le possibilità economiche della proprietà, potrebbe non mancare molto prima che il sogno diventi realtà. Mezzo per le svariate attenuanti che – in una stagione così – possono ‘giustificare’ il mancato approdo in Serie A.  Tuttavia gli errori sono tanti e dovrà portare a profonde riflessioni la proprietà. Due giorni fa, Il Sole 24 Ore, faceva un punto degli investimenti totali sostenuti da Fininvest a capo della società. A fine 2018, il contro economico del Monza registrava una perdita di 1,68 milioni. 9,25 a fine 2019. 26,76 milioni di disavanzo nel 2020, in un anno fortemente influenzato dalla crisi pandemica. 40 milioni di euro complessivi elargiti dalla Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi.

Il Monza è la squadra che ha speso di più sul mercato, tra sessione estiva e invernale stando al portale Transfermarkt: 19 milioni di euro. Circa il quadruplo rispetto all’Empoli approdato in Serie A come capolista. I toscani, infatti, hanno speso appena 5,45 milioni. Nomi altisonanti, su tutti Balotelli e Boateng. Spese importanti come Carlos Augusto e Mirko Maric. Tanti fuochi d’artificio ma, malauguratamente, nessuna festa. Solo rimpianti e spese – al momento – infruttifere. Il Monza dovrà di nuovo ricominciare daccapo.