Mourinho, le frequenze del carisma: il “rumore dei nemici” passa in radio

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(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Mourinho è tornato in Italia più maturo, alla faccia di chi diceva o pensava fosse finito. Lo Special One, invece, ha appena cominciato a risplendere perchè forse si sta rendendo conto che Roma – prima ancora della squadra – è la città che fa per lui. I tifosi lo venerano neanche fosse il Papa, era successo anche a Milano ma solo dopo il triplete. Nella Capitale l’entusiasmo è arrivato sulla fiducia, malgrado questa sia ancora un’annata di assestamento. I supporter giallorossi hanno già scelto: è lui il presente, ma soprattutto il futuro.

Guadagnarsi la fiducia di una piazza senza più motivazioni – come quella romanista nel dopo Fonseca – non era facile, Mourinho ce l’ha fatta perchè ha capito l’ambiente romano prima e, magari, meglio di altri. Nella Capitale ci sono 7 radio, proprio come i famosi vizi, che commentano le vicende della squadra giallorossa: “Un tribunale via etere”, così sono state definite da Francesco Totti prima nella sua biografia ufficiale, poi nella serie a lui dedicata.

Mourinho e il valore aggiunto delle radio romane: lo Special One ha un nuovo “alleato”

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Mourinho contro le radio romane (Getty Images)

Cicaleccio continuo a Roma, per Roma, sulla Roma. Via radio non si parla d’altro: quel che passa poi arriva nei bar, nelle strade, dal parrucchiere. Ovunque. Una macchia d’olio che fonde e diffonde pareri, opinioni e analisi. Sempre con grande goliardia, senza mai prendersi troppo sul serio, pur essendo una cosa serissima e importante al punto da monopolizzare il dibattito: gli esponenti di alcune emittenti romane, poi, hanno spiccato il volo verso altri lidi. Proprio perché la narrativa sulla Roma (e sulla Lazio) nella Capitale fa talmente cassa di risonanza da interessare anche ai piani alti.

Un vortice senza soluzione di continuità, croce e delizia di tifosi, allenatori e calciatori: quest’universo parallelo, rispetto a quello che succede intorno alla squadra e alla società, infiamma i tifosi. In perenne polemica con ogni elemento presente in onda, a seconda di quello che dice: un giorno un fenomeno, quello dopo da radiare. L’errore che, spesso, molti fanno è scambiare le radio sportive romane come esclusiva fonte di verità. Quando, invece, sono tutt’altro. Talk show perenni dove si disquisisce senza nessun ritorno effettivo.

Austini capro espiatorio: cosa è successo in conferenza stampa

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L’allenatore giallorosso contro Austini (Getty Images)

Le informazioni sono altrove. In casa, a Trigoria in tal caso, dove Josè Mourinho ascolta anche le radio. Durante la conferenza stampa prima della partita contro la Samp l’attacco diretto ad Alessandro Austini, giornalista e speaker (reo di aver parlato troppo spesso male del gioco dello Special One): “In radio dici sempre cose aggressive poi vieni qui e fai una domanda del genere? (Aveva chiesto delucidazioni sul modulo tattico n.d.r.). Significa che ti caghi sotto”.

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Da quel momento in poi non si è parlato d’altro: Mourinho festeggiato più di quando ha vinto il triplete con l’Inter, per aver attaccato pubblicamente un giornalista. L’obiettivo dello Special One era proprio questo: trovare qualcuno con cui prendersela. Un capro espiatorio per aumentare il consenso della piazza già alle stelle.

L’ambiente romano nuovo asso nella manica: il “rumore dei nemici” diventa un’occasione

Questo atteggiamento viene definito dal docente di letteratura comparata Daniele Giglioli “ideologia della vittima”: un soggetto che patisce è più facile da comprendere rispetto a uno che agisce. Tradotto: trovare un “nemico comune” fa più presa sulla platea che si sente capita maggiormente. Mourinho è diventato un “tifoso aggiunto”. Austini è il bersaglio? Apparentemente sì, in realtà lui – come avrebbe potuto fare chiunque altro – ha fatto ancor più pubblicità alla sua radio d’appartenenza e a Mourinho.

Sembra Davide contro Golia, anzi Josè contro Alessandro, ma in realtà è puro “teatro”. Gioco delle parti, che serve sempre in un contraddittorio che si rispetti: Austini ha sempre fatto il fiancheggiatore in maniera abile e talvolta subdola. Prima attacca, poi rilancia e infine cede. Questa è pura provocatorietà, gestita e sviluppata con altrettanto innegabile professionismo. Lo Special One l’ha capito e lo sfrutta a suo favore, proprio come lo stesso giornalista. Anche se, nel caso specifico, piovono insulti anziché complimenti. Bene o male purché se ne parli, funziona (quasi) sempre così. Soprattutto in radio: “il rumore dei nemici” per lo Special One, ora, passa da lì.