Pepe Reina: “A Napoli il popolo ti conquista, futuro? Allenerò”

Pepe Reina Napoli

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

L’ex portiere di Lazio e Napoli, Pepe Reina, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, in cui ha parlato delle sue esperienze in Italia e in particolar modo tra le file dei partenopei. Ecco le sue dichiarazioni.

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Le dichiarazioni di Pepe Reina sulle sue esperienze in Italia

L’esperienza a Napoli
“Mi sono inserito subito nella città, che ha accolto me e la mia famiglia con sentimenti travolgenti. Mia moglie e i miei cinque figli verranno a vedere la partita, un pretesto per starsene un po’ in giro in quelli che sono stati i luoghi dei nostri quattro anni ma anche un modo per andare a salutare tutti gli amici. E ne abbiamo tanti, mi creda. A Napoli c’è un popolo che ti conquista”.

La parentesi Lazio
“Nel primo, con Inzaghi, arrivai per essere il vice di Strakosha, poi le situazioni momentanee capovolsero le gerarchie e giocai tanto. Un po’ meno nel campionato successivo, con Sarri, un grandissimo che ha avuto modo – ovviamente più per quello che abbiamo vissuto assieme a Napoli – di entrarmi dentro”.

(Photo by Marco Rosi – SS Lazio/Getty Images)

Benitez, Donnarumma e il ruolo del portiere

La costruzione dal basso
“Mi sono portato avanti, perché nella vita sono stato fortunato ad incontrare Frank Hoek, preparatore dei portieri di Van Gaal da sempre e quindi anche al Barcellona, uno dei padri della scuola Ajax, un precursore capace di anticipare concetti che sono i divenuti il caposaldo di questo mondo. Io sono cambiato con Frank Hoek, poi ho lavorato su di me e su quegli insegnamenti che mi sono portato appresso e che mi sono serviti in questa interpretazione nuova di un ruolo che non poteva rimanere eternamente vecchio. Nella vita è sconsigliato non cogliere i mutamenti e quindi non aggiornarsi”.

Su Benitez
“Con Rafa – al quale va il mio grazie – c’è un rapporto straordinario che si perde nei secoli, mi verrebbe da dire scherzandoci su. Ma il segreto di quel Napoli fu quel capolavoro di mercato, l’allestimento di una squadra che è durata e poi la forza del gruppo. In una società che si era comportata già egregiamente, come sottolineavano i risultati, l’irruzione di Benitez diede nuovo slancio e servì per completare il Progetto ed ampliarlo”.

Su Donnarumma
“Donnarumma è un predestinato, un riferimento certo – per lustri interi – del calcio. E, se mi consente una ovvietà, anche uno dei più forti al mondo”.