Premier League, il 2020 del Tottenham

Tottenham 2020

(Photo by JASON CAIRNDUFF/POOL/AFP via Getty Images)

Il 2020 è stato un anno di transizione per il Tottenham. L’arrivo di Josè Mourinho sulla panchina degli Spurs ha cancellato cinque anni di gestione Pochettino, con un’idea di calcio totalmente diversa. Ma dopo una fase di ambientamento la squadra ha iniziato a seguire i dettami dello Special One, tornando a lottare per il titolo nella nuova stagione. Ripercorriamo brevemente il 2020 del Tottenham.

Una svolta complicata

Arrivato a dicembre 2019, Josè Mourinho ha dovuto fare i conti con una squadra totalmente avulsa ai suoi schemi di gioco, plasmata da cinque anni di Pochettino. L’allenatore argentino aveva portato gli Spurs pochi mesi prima in finale di Champions con un gioco spettacolare e votato all’attacco, l’esatto opposto dell’idea di calcio speculativa del portoghese. A inizio 2020 il Tottenham ha dovuto anche dire addio ad uno dei suoi migliori giocatori, Christian Eriksen, trasferitosi all’Inter sei mesi prima della scadenza di contratto con gli Spurs. Una scelta di cui il danese se ne pentirà amaramente.

Come se non bastasse Mourinho ha dovuto fare a meno per buona parte del campionato di Harry Kane, rimasto ai box da gennaio a marzo per un infortunio muscolare; e di Son, fermo quasi mese per una frattura al braccio. Difficile lottare per le posizioni alte della classifica senza i due giocatori migliori. E anche in Champions League le cose non vanno meglio, con l’eliminazione agli ottavi per mano del Lipsia di Julian Nagelsmann.

Alla ripartenza post lockdown, con la squadra di nuovo al completo, sono arrivate 5 vittorie su 9 partite, con una sola sconfitta. Arriverà un sesto posto finale, con la zona Champions distante 7 punti, che varrà la qualificazione in Europa League. Al termine di una stagione piuttosto travagliata è un risultato da non buttare via.

I primi frutti

Con la nuova stagione le cose cambiano. Dal mercato arrivano Reguilon, fresco vincitore dell’Europa League con il Siviglia, e soprattutto Gareth Bale, che ritorna nel nord di Londra dopo sette stagioni al Real Madrid. Il gallese fatica a decollare, ma il resto della squadra no: in poche giornate raggiunge la vetta della Premier League, battendo il Manchester United ad Old Trafford con un umiliante 6-1 e il Manchester City di Guardiola per 2-0. La mano della Special One inizia a vedersi.

Gli Spurs arrivano arrivano a puri punti nello scontro diretto di Anfield con il Liverpool di Klopp. Dopo essere passati in svantaggio pareggiano subito con Son, ma all’ultimo minuto Firmino regala la vittoria dei Reds, trascinando il Tottenham a -3 dalla vetta. Da lì è come se si fosse rotto qualcosa nei meccanismi della squadra di Mourinho: nella partite successive perde in casa contro il Leicester e pareggia contro il Wolverhampton, scivolando a -7 dal Liverpool. Tuttavia questa fase d’appannamento finale non cancella i progressi fatti nel corso dell’anno. Una squadra a fine ciclo è rinata grazie al suo nuovo allenatore, e nel 2021 potrà sicuramente togliersi qualche soddisfazione.