Processo Astori: chiesti 1 anno e 6 mesi per Galanti

(Photo Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse)

Il Pubblico Ministero, Antonio Nastasi, ha chiesto 1 anno e 6 mesi di reclusione per Giorgio Galanti, l’ex direttore dell’Istituto di medicina sportiva dell’ospedale Careggi di Firenze, accusato di omicidio colposo nel processo in corso per la morte di Davide Astori.

L’Accusa

Il calciatore il 4 marzo 2018 venne rinvenuto senza vita in un albergo di Udine che ospitava la Fiorentina prima della partita contro l’Udinese. Tre anni fa, dopo la morte di Astori, la procura del capoluogo friulano aprì un fascicolo. Successivamente venne eseguita l’autopsia e acquisite le cartelle cliniche del calciatore, contenenti l’idoneità all’attività agonistica. Nel giugno dello stesso anno, gli atti vennero trasmessi alla procura di Firenze, perché venne ipotizzata una responsabilità medica proprio in ordine alle visite medico-sportive effettuate dal giocatore. I pm toscani affidarono una consulenza allo specialista di Padova, Domenico Corrado, e sulla base di quel parere, iscrissero sul registro degli indagati l’ultimo medico che aveva firmato l’idoneità di Astori, l’allora direttore della medicina sportiva di Careggi, Giorgio Galanti. Per quest’ultimo è scattata la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i consulenti della procura, i risultati delle prove da sforzo a cui era stato sottoposto Astori sette mesi prima della sua morte, avrebbero dovuto suggerire ulteriori accertamenti, che avrebbero fatto scoprire la cardiomiopatia aritmogena di cui il calciatore soffriva.

La Difesa

Alla consulenza di Padova ha risposto quella della difesa del professor Galanti, che ribalta le conclusioni dell’accusa. Questi ultimi hanno stabilito che nessun esame avrebbe potuto indicare quel male del cuore del calciatore, che mai aveva avuto sintomi.

La Terza Perizia

Il giudice ha disposto una terza perizia, nel corso del procedimento con il rito abbreviato a cui ha deciso di aderire l’imputato, accusato di omicidio colposo. A firmare la terza perizia, un cardiologo e un medico legale di Torino, il professor Fiorenzo Gaita e il dottor Gianluca Bruno. I due periti hanno relazionato quanto segue: “L’holter Ecg indicato all’interno delle linee guida cocis non è stato eseguito. Avrebbe potuto, ma non con alta probabilità identificare aritmie maggiori che, se documentate, avrebbero indirizzato ad ulteriori indagini di terzo livello”.