Roberto De Zerbi: “Io sono un manciniano sfegatato, anche da allenatore”

Roberto De Zerbi

(Photo by Daniele Buffa via Imago Images)

Il neo allenatore dello Shakhtar Donetsk ed ex Sassuolo, Roberto De Zerbi ha rilasciato una lunga intervista  a “La Gazzetta dello Sport”. Il tecnico domani debutterà in Ucraina con il suo club, ma durante il colloquio ha voluto parlare della vittoria dell’Italia ad Euro2020 e dei suoi ex giocatori, grandi protagonisti.

Roberto De Zerbi e lo Shakhtar Donetsk

“Mi trovo molto bene, il club è molto organizzato e non fa mancare niente. Alleno giocatori molto forti. Obiettivi? Vincere il campionato. Poi dobbiamo comportarci bene nelle competizioni europee. Ad agosto dovremo affrontare il terzo turno preliminare di Champions contro il Genk e se lo supereremo, avremo il playoff”. 

Berardi, Locatelli e Raspadori campioni d’Europa

“Mi sono emozionato come un genitore, ma erano e sono dei giocatori forti, io ho soltanto cercato di trasmetter loro la mentalità dell’allenarsi sempre al 110 per cento, dell’essere protagonisti e non comprimari. E così è stato: quando Locatelli e Berardi sono entrati nella finale contro l’Inghilterra, l’hanno fatto col piglio giusto. Orgoglioso di loro. Berardi aveva soltanto bisogno di rimettersi in carreggiata. Su Locatelli e Raspadori mi viene da sorridere quando sento gli unanimi commenti positivi su entrambi, perché tempo fa molti si chiedevano se Locatelli fosse più o meno umile o con i piedi per terra, quando Manuel è un ragazzo d’oro. E per Raspadori si tirava fuori il metro per misurare quanto fosse alto…”.

Il Sassuolese Locatelli è pronto per la Juve?

“Prontissimo, per la Juve e per un grande club europeo perché incarna tutto quello che un centrocampista deve essere oggi: è bravo nella costruzione e a inserirsi, dà quantità, in tre anni non gli ho visto perdere un contrasto. Ha personalità da vendere, è intelligente tatticamente, si presta a qualsiasi tipo di calcio. Raspadori sa giocare con la squadra in più ruoli d’attacco ed è forte nelle gambe”.

Roberto De Zerbi e le parole su Mancini

“Io sono un manciniano sfegatato. Quando ero giocatore, dopo Maradona il dieci che “amavo” di più era Roberto. Sono rimasto manciniano anche da allenatore. Sono pochi gli ex numeri 10 diventati allenatori. Io e lui eravamo due 10 insofferenti agli allenatori? Io ero molto insofferente e non sono cambiato tanto. Come giocatore ero serio, non un lazzarone, ma ero particolare, volevo divertirmi, toccare sempre la palla, essere nel vivo. Mi piaceva l’allenatore che trasmetteva le nozioni, ma mi prendevo la responsabilità della giocata, non facevo il soldatino. Da allenatore è lo stesso, cerco di dare tutto quello che serve ai giocatori, di disporli nelle posizioni più congeniali, poi voglio vedere personalità, carattere, coraggio. Devono essere attori protagonisti. Non muovo i giocatori con il joystick della playstation e odiavo quelli che lo facevano con me quando giocavo”.

Il campionato di Serie A

“Conte si è fermato, però sono arrivati Mourinho, Sarri, Allegri e Spalletti. Un campionato bello e difficile. Juve e Inter sono sempre là davanti a tutti. Il Milan ha perso due giocatori importanti però si sta muovendo con intelligenza, e Pioli è una garanzia. Il Torino ritornerà sui livelli che gli competono perché Juric è un allenatore forte. L’Atalanta continuerà sulla strada intrapresa. Il Sassuolo ha tutto per fare ancora bene. La Fiorentina ha preso Italiano e dopo due stagioni i viola hanno una gran voglia di rifarsi. La Samp ha chiuso l’ultimo campionato al nono posto e con D’Aversa continuerà a essere una squadra solida, difficile da battere. Il Cagliari non ha una rosa da retrocessione. Sarà un campionato livellato e bello”.