Romagnoli alla Lazio, tra storia e necessità: quanto conta mettere il cuore in campo

Romagnoli saluto Milan

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Alessio Romagnoli vuole la Lazio, non da oggi. Sono anni che il 27enne di Anzio spinge per arrivare a Formello, almeno da quando al Milan non è stato più considerato indispensabile: una carriera gratificante che gli ha portato persino una fascia al braccio. Essere capitano, però, non è sempre una garanzia. Chiedere ad Alessandro Nesta, uno che ha fatto il percorso inverso del classe ’95: dalla Lazio al Milan per questioni economiche, l’ex centrale difensivo sarebbe voluto rimanere a Formello ma le circostanze e le necessità – a inizio anni Duemila – hanno portato a un esito differente.

Romagnoli, invece, per il Milan ha dato tutto, sempre con la Lazio nel cuore. Proprio lui che ha giocato con la maglia della Roma, celando per qualche tempo la sua vera fede. Anche in questo caso, non è il primo: la storia rimanda a Liverani, centrocampista laziale – oggi allenatore – per anni ma romanista sin dall’infanzia. Al punto che venne anche intercettato al Circo Massimo durante i festeggiamenti dello Scudetto 2001 vinto dai giallorossi, all’epoca allenati da Capello.

Romagnoli alla Lazio: un atteso lieto fine

Romagnoli
Il difensore vuole solo la Lazio (Getty Images)

Intrecci tra mercato e passioni che non sempre trovano il giusto viatico, ma Romagnoli – stavolta, che vede il suo sogno vicino – non vuole arrendersi: la trattativa con la Lazio non è ancora chiusa. Di fatto, però, c’è accordo su tutto: Lotito, prima di ufficializzare, vorrebbe cercare di cedere qualcuno. In cima alla lista c’è Acerbi, un altro che con il Milan ha un conto aperto fra polemiche e situazioni: lo scorso anno ha rischiato di essere inghiottito dalle polemiche per un sorriso di troppo durante un intervento sbagliato nel corso della partita contro i rossoneri.

Vittoria compromessa e umore nero della tifoseria che non avrebbe apprezzato la risata subito dopo il gol preso. “Questione di nervosismo”, si è giustificato lui. Da quel momento qualcosa con la società – e anche con la piazza – si è rotto. Per questo è tra i primi possibili partenti, anche e soprattutto per far posto a Romagnoli che invece laziale lo è davvero. Mica per necessità.

Passato e presente nel segno di Nesta

Ecco perchè la società gli avrebbe riservato la maglia numero 13: quella che fu di Alessandro Nesta. Per sottolineare che il mercato conta, ma certe volte occorre anche puntare su altro. L’emotività e l’empatia che può avere un “tifoso in campo” non ha prezzo: Lotito vuole far tornare un sorriso sul volto di Sarri che, fin qui, almeno secondo quanto emerge dalle recenti indiscrezioni, non sembra contento del mercato. Romagnoli potrebbe essere l’inizio di una nuova fase: quella in cui la Lazio ritrova sé stessa attraverso le qualità dei singoli. L’attaccamento è una di queste, forse quella più necessaria.

Alessandro Nesta
Alessandro Nesta, un pezzo di storia della Lazio (Getty Images)

I biancocelesti non aspettano altro: un leader che nello spogliatoio comunichi, non solo a parole ma anche con l’atteggiamento, cosa significhi vestire la maglia della Lazio. Ripartire dalle certezze che, a Formello e non solo, fanno rima con tradizione. Manca una firma e poi il sogno diventerà realtà, quel lieto fine che rende ancora il calcio uno sport unico e meno prevedibile di quanto possa sembrare nel sorriso di un tifoso che, dopo anni in tribuna, è pronto a scendere in campo per non uscire mai più. Al cuore non si comanda, figuriamoci al tifo.