Serie A, allenatori flop 2021: Di Francesco

(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Sono passati ormai più di 3 anni dalla Roma targata Eusebio Di Francesco, quando i giallorossi raggiunsero la semifinale di Champions League e vennero poi eliminati dal Liverpool di Jurgen Klopp. Un mese prima era stata fatta l’impresa contro il Barcellona, ribaltando il 4-1 subito al Camp Nou con un 3-0 incredibile, condito dalla rete finale di Manolas. Era un altro Eusebio Di Francesco, con una media punti di 1,79 poi calata drasticamente negli anni successivi.

Dopo l’addio alla Roma, solo insuccessi per il tecnico: in questa stagione, è stato esonerato dall’Hellas Verona dopo sole tre partite dall’inizio di campionato. Una scelta discutibile, senz’altro, ma che certifica un triennio non positivo per l’allenatore di Pescara. La prima squadra dopo i giallorossi è stata la Sampdoria, con la quale ha firmato a giugno del 2019: anche qui, però, è durato poco, perché l’esonero è arrivato nell’ottobre del 2019 dopo 4 mesi di lavoro e solo 8 partite giocate, con una media punti di 0,75 (6 sconfitte e due sole vittorie).

Conclusa quella stagione, nell’estate del 2020 si è trasferito da Genova a Cagliari, per guidare la squadra sarda. La sua esperienza è finita dopo sei mesi, quando a febbraio del 2021 è stato esonerato dalla società dopo 26 partite giocate ed una media punti di 0,81. Sono state 15 le sconfitte, 5 le vittorie e sei pareggi. Il trittico di sconfitte consecutive contro Lazio, Atalanta e Torino è stato fatale, ma veniva da una serie di 16 partite senza vincere, tra 5 pareggi e 11 sconfitte.

Questo record negativo è stato poi incrementato con il Verona quest’anno, perché nelle tre partite d’esordio Di Francesco ha portato a casa 0 punti. Il Sassuolo, l’Inter ed il Bologna hanno portato alla decisione di separarsi da parte dei veneti ed ora il 52enne si ritrova senza squadra dopo pochi mesi. Tre partite in cui il Verona non è stato neanche fortunatissimo, ma ha mostrato gravi lacune in particolare in difesa. La decisone di esonerare un allenatore dopo solo tre mesi di lavoro è parecchio discutibile, quasi sempre sbagliata, rischiando da subito di distruggere la serenità di uno spogliatoio. Quello che invece è avvenuto con Tudor in panchina sa quasi di miracolo sportivo, e probabilmente la debacle più grande della carriera di Di Francesco.

Infatti i suoi addi alla Sampdoria e al Cagliari erano causa anche di due rose non irresistibile. Le sue colpe erano evidenti, come quelle delle dirigenze incapaci nel costruire squadra di valore e adatte al tecnico. Entrambe le squadre continuano a far fatica anche senza di lui sulla panchina. A Verona no, e pensare che ad inizio stagione in un confronti ideale con le precedenti due esperienze sembrava la squadra messa peggio, per la perdita di Juric e di alcune pedine fondamentali come Zaccagni e Lovato. Tudor invece è riuscito a tirar fuori il meglio da ognuno dei calciatori a disposizione, rivitalizzando Simeone che aveva visto il campo con Di Francesco solo nell’ultima gara, la terza sconfitta consecutiva per mano del Bologna. Riflettere sul come una squadra già data per spacciata, sia stata capace di partite meravigliose in cui ha ridicolizzato club di caratura superiore, porta inevitabilmente a giudicare in maniera negativa il lavoro di Di Francesco. La Serie A difficilmente lo accoglierà dopo questi risultati, più probabile per lui un esperienza all’estero nel prossimo futuro. Scendere addirittura di categoria sarebbe un’umiliazione troppo grande, per un allenatore che pochi anni fa si giocava con merito la semifinale di Champions League.