Sheriff Tiraspol in Champions: la storia della Transnistria spera

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Agosto vuol dire preliminari delle coppe europee, che poi entrano nel vivo con le big dei campionati nazionali più seguiti. Ma nei primi turni di qualificazione escono ogni anno tante belle storie da raccontare. Una di queste è rappresentata dallo Sheriff Tiraspol, squadra moldava che ai playoff sarà chiamata alla storia: raggiungere per la prima volta la fase a gironi di Champions League. In ordine, ha eliminato gli albanesi del Teuta, gli armeni dell’Alaskert e, infine, contro i pronostici del caso, i serbi della Stella Rossa di Belgrado. Già un piccolo trionfo, ma perché non andare oltre? Serve superare l’ultimo gradino contro un’altra compagine slava, la Dinamo Zagabria. Andata in casa, questa sera alle 20:45; ritorno mercoledì 25, ore 21. In modo tale da superare le tre partecipazioni alla fase a gironi di Europa League e arrivare in cima.

Sarebbe festa nazionale in Moldavia, per un club che alla fine… non è esattamente moldavo. Infatti, la sede dello Sheriff è in Transnistria, uno stato indipendente tra la Moldavia e l’Ucraina, non riconosciuto dall’ONU. Quest’indipendenza viene autoproclamata nel lontano 1990, poco più di trent’anni fa. Nel corso della storia, ci sono stati tentativi di annessione alla Russia (sopratutto nel 2014 dopo la secessione della Crimea dall’Ucraina e la sua integrazione nella Federazione Russa) ma senza successo. Solo una “deroga” per la lingua e la scrittura: vengono usati regolarmente il russo e il cirillico. Per il resto, si è continuati a vivere con un governo, una moneta e una bandiera, che include la falce e il martello, simboli dell’ex URSS, a sé.

Il marchio Sheriff nasce nel 1993 da due ex esponenti del KGB, ovvero la principale agenzia di sicurezza dell’Unione Sovietica. La Sheriff, società a responsabilità limitata, si occupa di edilizia, di petrolio, e anche di calcio dal 1997 con la fondazione dello Sheriff Tiraspol. Nella dirigenza c’è Oleg Smirnov, figlio dell’ex presidente della Transistria. Ci vogliono pochi anni per diventare il club d’élite del calcio moldavo. Dalla stagione 2000/01, lo Sheriff vince 19 campionati, 9 coppe nazionali e 7 supercoppe. La casa dello Sheriff è lo Sheriff Stadium, un impianto all’inglese di 14.300 posti inaugurato nel 2002. Attorno a esso, cinque campi d’allenamento e una scuola calcio. Un vero e proprio gioiellino in mezzo a un contesto russofilo e russofono. Le indicazioni, le pubblicità, le insegne, infatti, sono tutte scritte in cirillico.

C’è anche un po’ di Italia nel mondo Sheriff. Nel 2016, infatti, il club ingaggia l’allenatore Roberto Bordin. Lui nasce a Zawiya, in Libia, dove il padre faceva il meccanico, ma si trasferisce presto a Sanremo, in Liguria, con la famiglia. In passato, giocava da difensore e centrocampista, e ha vestito maglie prestigiose come quelle di Napoli e Atalanta, con cui ha ottenuto più presenze. Da allenatore, cresce come vice di Andrea Mandorlini sulle panchine di Bologna, Padova, Siena, Sassuolo, Verona e Cluj in Romania. Da “primo”, salva la Triestina in Serie D, poi la chiamata dello Sheriff con la conquista del campionato nazionale e della coppa di lega. A oggi, è il commissario tecnico della Moldavia.

Lo Sheriff Tiraspol, compiendo il miracolo Champions League, può mettere in evidenza la sua particolare storia piena di intrecci sportivi e geopolitici. Tra una settimana, il verdetto finale.