Superlega, parla Florentino Perez: “Il calcio non può non adeguarsi”

Florentino Perez ha parlato in occasione della premiazione per il Golden Boy delle sue idee per rivoluzionare il calcio, che passano inevitabilmente anche dalla Superlega. Il presidente del Real Madrid ha vinto il premio “Golden Boy Best President”, ed ha rilasciato parole importanti ai microfoni di Tuttosport. 

Le parole di Perez sul Real Madrid e sui giovani

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(Photo by FRANCK FIFE/AFP via Getty Images)

Sulla mentalità vincente del Real Madrid

“Noi iniziamo tutte le stagioni come se non avessimo vinto nulla in quella precedente. Questo (indica il Golden Boy Best President) è il primo trofeo di questa stagione e lo mettiamo in bacheca con la speranza che i nostri tifosi siano felici anche di questo trofeo. Ogni trofeo per me, comunque, è come se fosse il primo che vinciamo”.

Istituzione sportiva

“Mi inorgoglisce essere il presidente della istituzione sportiva più grande del mondo. E nello stesso tempo è una grande responsabilità perché devo essere all’altezza della circostanze e della storia. Io non devo tradire i tifosi, che vogliono vincere sempre, ma vogliono farlo con i nostri valori che sono sacrificio e rispetto dell’avversario, così come solidarietà, abbiamo infatti anche una fondazione Real Madrid che opera in tutti i continenti e abbiamo aperto 400 scuole sociali. Il legame con i nostri tifosi è qualcosa difficile da spiegare, ma è qualcosa che sperimentiamo in tutto il mondo e questa connessione con loro è un valore”. 

Su Benzema

“Il segreto di Benzema è che è il miglior giocatore del mondo. Mi ricordo quando lo abbiamo preso dal Lione nel 2009, sono andato a casa sua perché era un ragazzino, aveva 20 anni. Era ed è un insieme fra la classe di Zidane e l’esplosività di Ronaldo Nazario. E con il passare degli anni è effettivamente migliorato, è da almeno due anni che meritava il Pallone d’Oro, mi rimane l’orgoglio di averlo ingaggiato andando a casa sua anche se era già costoso. E adesso risplende di tutto il suo valore”.

Su Ancelotti

“È sicuramente il migliore allenatore per il Real Madrid, perché ci conosce da tanti anni. Conosce i nostri valori e li sa trasmettere ai giocatori. Questo lo rende l’allenatore perfetto. È difficile trovare un allenatore migliore di Ancelotti”.

Ancora sul Real

“Il Madrid è un club in cui tutti vogliono venire. Non c’è mai difficoltà nel convincere qualcuno ad accettare l’offerta del Real Madrid. C’è una grande storia, una grande organizzazione, le strategie sono sempre buone, gli stipendi sono buoni, insomma tutti i grandi campioni vogliono giocare nel Real Madrid”.

Sulla scelta tra giovani e top player nel Real Madrid

 “È la stessa soddisfazione, perché i primi sono grandi campioni, i secondi possono diventarlo. Prendiamo l’esempio di Camavinga, è arrivato qui a 18 anni, sta sbocciando e ha tutta la vita davanti a lui. Zidane, invece, era arrivato già campione e ci ha regalato la Champions di Glasgow con quel meraviglioso gol. Il Real deve essere sempre una mescola di tutte e due le categorie: campioni e giovani talenti. Adesso stiamo allevando molto giovani perché è sempre più difficile acquistare i campioni, perché le squadre non li vogliono cedere. Così abbiamo in rosa Vinicius Jr, Rodrigo, Valverde, Militao, Camavinga, Tchouaméni: avere così tanti giovani che giocano titolari è difficile, ma è bello vederli al fianco dei Modric, dei Kroos e di questi campioni. Insieme a quell’ambiente che si crea sul campo ci rende quasi imbattibili”. 

Florentino Perez, tra Superlega e futuro del calcio

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(Photo by JAVIER SORIANO/AFP via Getty Images)

“È una domanda che potrebbe richiedere una lunga risposta. Ma proverò a semplificare il concetto: negli ultimi vent’anni è arrivata una nuova generazione e il mondo è cambiato, tutto è cambiato nelle nostre vite, il calcio quindi non può non adeguarsi. Il calcio è l’unico sport veramente universale e globale, non possiamo permettere che altri sport che sono più organizzati e orientati al cambiamento e alla modernità possano sfruttare questo per togliere al calcio questa situazione di privilegio. Sto lavorando, come i miei predecessori e quelli ancora prima, per adeguarmi ai tempi che vivo: non possiamo consentire che i giovani amino sempre di meno il calcio perché le partite che offriamo sono meno attraenti e coinvolgenti. Non possiamo permetterlo, dobbiamo riflettere tutti insieme e dare ai giovani, che rappresentano il futuro, anche del calcio, quello che loro si aspettano da noi. Stiamo lavorando a questo e lotterò con tutta la mia forza perché il calcio non perda la sua posizione di privilegio e perché continui a essere il re degli sport in tutti i continenti”.