Un derby di caratura storica: la musica a Manchester sta cambiando?

Manchester derby

(Photo by Jan Kruger/Getty Images)

Manchester è sempre stato, sia per tradizione che per spessore calcistico, uno dei poli più potenti, blasonati e prestigiosi non solo del football inglese, ma dell’intero calcio internazionale. Il derby fra United e City conserva da tempo immemore un fascino che profuma di storia e che presenta delle magnifiche cornici in cui il tessuto sociale della città ricopre sempre il ruolo di protagonista assoluto. Nel corso degli anni, infatti, queste due società si sono sempre differenziate per mentalità e obiettivi, in uno scenario in cui i Red Devils hanno sempre troneggiato per spessore calcistico, trofei e spessore mediatico.

La recente storia di questo sport ha portato tuttavia i destini a capovolgersi, in un magnifico ciclo che al momento vede il City dominare lo scenario inglese da diversi anni, guidato dal più grande dei condottieri calcistici dell’era moderna. Il derby di ieri, che ha visto trionfare lo United dopo anni di dominio dei Citizens, potrebbe quindi rappresentare un nuovo giro di boa per la storia di questi due club, e segnare la definitiva rinascita dei Red Devils dopo tanto buio e fallimenti.

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Un derby dal sapore di rinascita: la musica a Manchester sta davvero cambiando? 

Impossibile non partire da cosa il derby di Manchester è stato fino a ieri, che potrebbe essere brutalmente riassunto con l’espressione “Sparare sulla croce rossa”. Si, perchè il Manchester United, che negli ultimi anni ha sempre palesato idee poco chiare in termini progettuali e spese ingiustificatamente folli senza un disegno tattico alle spalle, si è ritrovata contro una corazzata che invece le idee le ha sempre avute fin troppo chiare, guidata da quello che ad oggi viene considerato il più grande allenatore del mondo, nonché uno dei più geniali rivoluzionari della storia calcistica moderna e non. Disfatte e fallimenti di ogni genere hanno portato i Red Devils ad affidarsi ad un personaggio che Guardiola lo conosce molto bene, e che negli anni è diventato probabilmente il suo più grande erede: Erik ten Hag.

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Ma cosa ha portato, a conti fatti, il manager olandese al Manchester United? Idee. Nel calcio odierno la progettualità e l’identità tattica ricoprono un aspetto fondamentale nella qualità e nei successi di un club, come dimostrato da diversi club europei (Liverpool su tutti) che hanno costruito le loro vittorie attraverso questi due principi. Ten hag ha portato i suoi disegni tattici con grande intelligenza, adattandoli (come ha fatto Pep) alle dinamiche del calcio inglese, costruendo a poco a poco una squadra moderna, dinamica e molto bella da vedere. All’ex allenatore dell’Ajax va attribuita anche la disciplina che la squadra sta dimostrando in questa stagione, oltre ad una serenità nello spogliatoio che sta facendo la differenza nella gestione delle partite e nei risultati. Terzo fattore fondamentale, ma non per questo meno importante, è lo spettacolo.

Ten Hag ha sempre proposto, nel corso della sua carriera, un calcio non solo complesso e legato ai principi del calcio totale di Mikels, ma anche in grado di divertire i tifosi ed i calciatori stessi, e questo United si diverte eccome (basta guardare Antony giocare), La musica a Manchester forse sta davvero cambiando, anche se ci vorrà un pò affinché questo accada, ma di sicuro lo spettacolo non manca e non mancherà, almeno per i prossimi anni.