Verso Euro 2020: Ungheria, alla ricerca della nobiltà perduta

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L’Ungheria è una nazione dalla ricca storia calcistica. Per ripercorrere le gesta di quella grande nazionale però bisogna andare indietro di quasi 70 anni. Da allora, la musica dalle parti del Danubio non è più stata la stessa. Il C.t. Marco Rossi, un italiano ormai trapiantato in Ungheria, è riuscito però a rilanciare questo paese tra le finaliste di questo Euro 2020.

IL CAMMINO VERSO EURO 2020

Per raggiungere la seconda fase finale di un Europeo consecutiva dopo Francia 2016, la selezione di Marco Rossi ha dovuto passare indenne attraverso un cammino quantomeno tortuoso concretizzatosi nel passaggio agli spareggi attraverso la posizione ottenuta in Nations League. Negli spareggi la qualificazione ad Euro 2020 è stata raggiunta grazie ad una vittoria rocambolesca nella finale contro l’Islanda con il punteggio di 2-1.

LA STORIA RECENTE E IL PALMARES

Come detto in apertura, ad esclusione delle grandi, poche nazionali possono vantare il passato dei magiari. L’Ungheria di Gyorgy Sarosi e Ferenc Puskás chiuse al secondo posto i Mondiali del ’38 e del ‘54 e segnò un’epoca con l’unico grande rimpianto di non aver vinto almeno un trofeo. Da allora, la nazionale ungherese ha colto risultati ben più modesti con una prolungata assenza dalle competizioni internazionali spezzata soltanto nel 2016 quando riuscì addirittura a vincere il girone per poi venire eliminata dal Belgio ai sedicesimi.

I GIOCATORI

Il duro colpo per il C.t. Rossi e l’Ungheria intera è arrivato pochi giorni fa quando la notizia dell’infortunio della giovane stella Szoboszlai, acquistato dal Lipsia a gennaio, ha privato i magiari del proprio uomo chiave. Nonostante ciò, l’uomo di maggiore esperienza e carisma rimane l’attaccante “operaio” Adam Szalai, in forza ai tedeschi del Mainz, primatista del gruppo per gol e presenze. Gli altri volti noti sono l’ex Bologna, Adam Nagy e il centrocampista Kleinheisler, dinamico centrocampista messosi già in luce agli ultimi Europei.

IL GRUPPO F

Ultimo gruppo a scendere in campo, ma primo per valori in campo: il Gruppo F è il duro banco di prova che attenderà l’Ungheria in questi Europei itineranti. Un gruppo che contiene le ultime due nazionali campioni del mondo, Francia e Germania e quella campione d’Europa in carica, il Portogallo. Missione davvero proibitiva. Se non altro, vedere le luci dei riflettori della nuova Ferenc Puskás Arena di Budapest accendersi per le prime due sfide a Portogallo, il 15 giugno e poi Francia il 19 prima di chiudere con la Germania a Monaco il 23 farà sorridere dall’alto anche le leggende che furono.