Zurigo, Gnonto: “Sogno il Barcellona, Messi è il mio idolo”

Gnonto Barcellona

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Il nuovo talento della Nazionale azzurra, Wilfried Gnonto, ha parlato a Sportweek dei suoi sogni e dei suoi amori calcistici, esprimendo il desiderio di giocare, un giorno, nel Barcellona del suo idolo Messi. Di seguito le sue dichiarazioni, riportate da CalcioNews24.

Gnonto Barcellona
(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Zurigo, Gnonto sogna il Barcellona e tifa Inter: le dichiarazioni

Sugli esami di maturità
«Italiano è andato bene, ero tranquillo. Ho scelto la traccia su Oliver Sacks perché era un testo sulla musica e io sulla materia sono ferrato: nella mia playlist c’è di tutto, da Laura Pausini a Drake e Sfera Ebbasta. Matematica la temevo un po’ di più. Si pensa al calciatore come a uno sbruffone che sbaglia i congiuntivi, io mi impegno a comunicare in maniera corretta nella forma e nella sostanza. Il calcio è seguito da tutti, dai bambini agli anziani. E non finisce in campo, c’è tutto il contorno fuori. Perciò, spiegare bene quel che succede intorno al nostro mondo e riguarda te, che di calcio vivi, è il punto di partenza».

I suoi sogni nel cassetto
«Il mio sogno è giocare nel Barcellona. Messi è il mio idolo, anche adesso che è al PSG. Ha fatto tantissimi sacrifici fin da quando ha iniziato, la sua famiglia lo ha sempre sostenuto anche se non era nelle migliori condizioni economiche. Non dimentica le sue origini, è uno tranquillo, la prima ragazza è diventata sua moglie, non è cambiato nel tempo: nella sua storia rivedo me stesso. E poi, in campo fa cose come nessun altro».

Sulla sua fede interista
«Quando sono arrivato a Milano non ero tanto tifoso, per me c’erano il Barcellona e Messi. Poi mi sono affezionato, e qualche volta ho pianto. Quando? Inter-Juve, aprile 2018, la partita della mancata espulsione di Pjanic per fallo su Rafinha. Per loro segnò Higuain quasi all’ultimo minuto e con quella vittoria misero le mani sullo Scudetto. Io ero a San Siro col mio amico Elio, e scoppiammo in lacrime. Quella sera diventai veramente interista».