Addio 2020, anno nefasto che ci ha tolto Maradona e Rossi

Paolo rossi

Tra un’ora saluteremo il 2020, e lo faremo senza alcun rimpianto. Più che un countdown finale, gli ultimi giorni sono stati un supplizio, la lunga attesa di un simbolico cambio di calendario. Che, da solo, non basterà a cambiare le cose. Ma ci aiuterà, perlomeno, a guardare avanti, provando a seppellire tra le pieghe delle nostre memorie dodici mesi orribili. Nei quali abbiamo dovuto salutare due dei più grandi campioni della storia del calcio, simboli diversi di una stessa generazione: Diego Armando Maradona e Paolo Rossi.

Due nomi, due calciatori, due idoli, due icone, che hanno simbolicamente unito in un lutto collettivo non solo Italia e Argentina, ma l’intero mondo del pallone. Purtroppo, non gli unici che se ne sono andati in un 2020 iniziato malissimo, il 17 gennaio, con la scomparsa di Pietro Anastasi. A 71 anni, l’ex attaccante di Juventus – con cui vinse tre scudetti – e Inter, è stato tra i protagonisti della vittoria dell’Europeo 1968 dell’Italia.

L’1 febbraio, invece, se ne va Luciano Gaucci, a 81 anni, ex presidente del Perugia, che aveva portato il Grifone in Coppa Uefa nel 2003, portando in Umbria campioni da ogni angolo del mondo, da Materazzi a Nakata. Il 21 marzo è la volta di Lorenzo Sanz, 76 anni, presidente del Real Madrid dal 1995 al 2000, periodo nel quale vinse sette titoli, tra cui la settima e l’ottava Champions League.

Il 31 marzo muore Pape Diouf, a 69 anni, presidente del Marsiglia dal 2005 al 2009, primo presidente africano di una squadra di calcio Europea di prima fascia. Il 24 aprile Bologna dà l’addio a Giuseppe Gazzoni Frascara a 84 anni, presidente del club della città da giugno 1993 a settembre 2001. Proprietario della società fino alla retrocessione del 2005, nel 2014 era stato nominato presidente onorario. Il 22 maggio se ne va Gigi Simoni, a 81 anni, ex calciatore e soprattutto allenatore amato e rispettato. Ha guidato Genoa, Lazio, Napoli, Siena e soprattutto Inter, che ha guidato alla vittoria della Coppa Uefa nel 1998.

Il 20 giugno, ci lascia Mario Corso, 78 anni, tra i protagonisti dell’Inter di Herrera. In maglia nerazzurra vinse 4 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Celebre per le sue punizioni soporifere e imprendibili, a “foglia morta”, mise insieme anche 23 presenze in Nazionale. Passano appena due giorni e il 22 giugno muore Pierino Prati. Attaccante della Nazionale campione d’Europa del 1968, con il Milan vinse letteralmente tutto: due Coppe Italia, un campionato, due Coppe delle Coppe, una coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale.

Per qualche mese, anche il 2020 sembra tirare il fiato, risparmiandoci le lacrime che, il 26 novembre, sgorgheranno tutte in una volta. Ad andarsene, questa volta, è Diego Armando Maradona, a 60 anni compiuti da poco. Tanto abbiamo scritto, sul Pibe de Oro, perché tanto c’era da scrivere, e tanto altro ci sarebbe da dire, per un simbolo intergenerazionale e globale, amato da chiunque ami questo sport.

Neanche il tempo di riprendersi che arriva un altro dolore, forse persino più grande, perché più intimo e “nostro”. Il 9 dicembre Paolo Rossi, a 64 anni si arrende alla malattia con la quale lottava da tempo. Attaccante della Juventus e della Nazionale, con i suoi gol ha regalato all’Italia il Mondiale più bello, quello di Spagna ’82. Un’impresa epica, che gli è valsa il soprannome con cui tutti, ancora oggi, lo conoscono e lo continuano a chiamare affettuosamente: Pablito. Ultimo in ordine di tempo, il 14 dicembre, strappato dal 2020 al mondo del calcio, è Gerard Houllier, scomparso a 73 anni. In carriera aveva allenato Psg, Francia, Liverpool, con cui vinse una Coppa Uefa, Lione e Aston Villa, prima di ritirarsi nel 2011.